Philip Morris e lobby a Cinque Stelle

Rossella Murioni è stata presidente nazionale di Legambiente ed è oggi deputata di Liberi e Uguali. È a sua firma l’emendamento su cui potrebbero convergere in molti a proposito della tassazione del tabacco. In sostanza, una variazione dell’accisa sui prodotti da tabacco riscaldato, rimodulata dall’attuale 25 al 60% di quella applicata sulle sigarette tradizionali. Insieme all’emendamento di Italia Viva, che va nella stessa direzione ma prevede una progressività graduale crescente, è la soluzione su cui maggioranza e opposizione potrebbero alla fine convergere.
In realtà a pressione del mondo del tabacco sulla legge di bilancio è forte e  si concentra  sul Mef: il dicastero economico ha avocato a sé la funzione di sintesi dei tanti emendamenti giunti in dirittura d’arrivo. A via XX Settembre gli uffici di Laura Castelli e del sottosegretario Villarosa non sono mai stati tanto operativi: sul tabacco riscaldato la partita riguarda un riallineamento di bilancio da milioni di euro.
Tanti parlamentari M5S hanno dato prova di insofferenza rispetto alle direttive del Movimento  Sull’aumento della tassazione per il tabacco riscaldato la deputata Vita Martinciglio in commissione Bilancio è irremovibile, vuole andare a fondo e ha preannunciato di non accettare alcun compromesso: il governo ha chiesto di accantonare tutti gli emendamenti per proporre una sua riformulazione che possa mettere d’accordo tutti, facendo la sintesi tra le posizioni espresse.
Lei, prima firmataria di un testo emendativo che prevede il graduale ritorno alla tassazione al 50% in tre anni, va dritta: ‘Non ho accettato”, ci dice. E dunque se da parte del governo le manine dovessero rimanere sul tavolo, si andrebbe al braccio di ferro contro gli esponenti della stessa maggioranza decisi a fare muro. “Io non ritiro niente. Al limite si andrà al voto in commissione e si vedrà chi ha vinto”, tuona Martinciglio. Lega, Forza Italia, Partito Democratico – cui ci siamo rivolti – non rispondono in tema di tabacco. Ed è un silenzio eloquente, che la dice lunga.
La pressione  è alta, il governo proporrà un modesto 5% di aggiustamento: l’industria passerebbe dal 25% al 30% di accise. Tanto poco da far dire all’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che ‘Il privilegio fiscale garantito all’industria del tabacco riscaldato, dominato dalla multinazionale Philip Morris, non ha basi scientifiche, ma priva lo Stato di centinaia di milioni di euro l’anno. L’Aggiustamento del 5% è una misura del tutto irrisoria che pregiudica la possibilità di creare un fondo di assistenza per i pazienti cronici, come proposto dal nostro emendamento, mancando quindi l’obiettivo sociale e di giustizia che ci eravamo prefissati’.
‘La riformulazione in arrivo, stando alle anticipazioni, sarebbe uno schiaffo al mondo delle associazioni e della cittadinanza attiva’.  E tra le indiscrezioni dell’ultima ora arriva anche la possibilità che anche i liquidi da inalazione potrebbero vedere ritoccata al rialzo l’imposta di consumo.
Si tratterebbe di un raddoppio dell’imposta sui liquidi senza nicotina, che passerebbero quindi da 50 centesimi a 1 euro ogni 10 millilitri e di un aumento del 50% su quelli con nicotina, che arriverebbe dunque a 1,5 euro ogni 10 millilitri. Si finirebbe per fare cassa a spese dei segmenti meno strutturati e più deboli del comparto.
Il problema non è Philip Morris, il problema non sono le lobbies, il problema è  la fuga dalle responsabilità.  Una democrazia malata che i movimentisti pentastellati dicevano di voler curare e che sembrano invece aver aggravato, ingegnerizzando l’elusione della trasparenza e del rendiconto politico.

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