Shirin Ebadi, premio Nobel 2003: “La lotta contro la violenza inizia in casa”

Ieri è statala Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “La violenza sulle donne non smette di essere emergenza pubblica e per questo la coscienza della gravità del fenomeno deve continuare a crescere. Le donne non cessano di essere oggetto di molestie, vittime di tragedie palesi e di soprusi taciuti perché consumati spesso dentro le famiglie o perpetrati da persone conosciute”, è il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella affermando che “molto resta ancora da fare” e “ogni donna deve sentire le istituzioni vicine”.

Persiste il pregiudizio che addebita alla donna la responsabilità della violenza sessuale subita, secondo quanto emerge da un report choc dell’Istat.

Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace nel 2003 per aver difeso i diritti degli oppressi e delle donne in Iran, è stata ospite a Storie Italiane il 25 novembre in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. E ha raccontato non solo la sua vita difficile, in Iran, ma anche e soprattutto quello che si dovrebbe fare per educare alla non violenza. Nel suo Paese  e nel resto del mondo.

“Ancora oggi sono spiata e addirittura dove lavoro hanno affittato un altro appartamento per spiarmi. Sono ancora minacciata, io pagherò il prezzo e non starò mai zitta. Hanno sempre guardato con sospetto le mie attività per i diritti umani, una volta ho trovato una microspia dentro casa che registrava tutto quello che si diceva. Mio marito e mia sorella sono stati vittima di una congiura, lei che non c’entrava assolutamente nulla è stata arrestata e per un periodo è stata in carcere”, ha dichiarato l’attivista iraniana a Eleonora Daniele.

La Ebadi, in questi giorni in Italia per sostenere il Telefono Rosa, ha raccontato nella trasmissione di Rai1 la decisione del governo iraniano di tassare il suo Premio Nobel, sequestrando i suoi beni e quelli della sua famiglia: “Hanno detto che io dovevo pagare le tasse e hanno confiscato tutti i miei averi, il regime iraniano mi faceva sapere che se non avessi più parlato mi avrebbero restituito tutto quello che mi era stato confiscato. Mi dispiace se le mie scelte hanno danneggiato la mia famiglia, la libertà e la democrazia hanno il loro prezzo, se non lo paghi non arrivi mai ad averlo davvero.”

“Uscite fuori, parlate con le organizzazioni come il Telefono rosa”, ha aggiunto Shirin Ebadi che ha riservato un pensiero anche alle sue figlie: “Desidererei tanto vedere le mie figlie vive nel proprio paese ma le condizioni ora non sono adatte per realizzare questo desiderio. L’errore grande in Occidente è capire che la lotta contro la violenza  deve sempre iniziare dalla casa. L’errore grande è educare nel modo sbagliato un bambino, in alcuni paesi come l’Iran le leggi aiutano la violenza contro le donne. Se un marito trova la moglie con un altro uomo nel letto può uccidere tutti e due e non avrà nessuna conseguenza. In Iran non c’è il divorzio ma il ripudio, per la donna divorziare è molto difficile ma l’uomo può facilmente ripudiare la moglie. Un uomo può avere quattro mogli, secondo voi questa non è violenza?”.

Una donna su 3 nel mondo ha subito violenza fisica o sessuale ad un certo punto della sua vita, il più delle volte dal proprio partner. Solo il 52% delle donne sposate prende liberamente le proprie decisioni sul sesso, l’uso della contraccezione e l’assistenza sanitaria. Quasi 750 milioni di donne e ragazze in tutto il mondo si sono sposate prima del loro diciottesimo compleanno. Più di 200 milioni di donne e ragazze hanno subito mutilazioni genitali femminili. Sono i dati allarmanti forniti dall’Onu in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che sottolineano anche come una donna su 2 uccisa in tutto il mondo è stata vittima del suo partner o della sua famiglia mentre solo 1 uomo su 20 è stato ucciso in circostanze simili. Inoltre sono donne o ragazze Il 71% di tutte le vittime della tratta di esseri umani in tutto il mondo, tre quarti delle quali sono sfruttate sessualmente. “La violenza sessuale contro le donne e le ragazze affonda le sue radici in secoli di dominazione maschile – ha dichiarato il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne – Non dimentichiamo che le disuguaglianze di genere, che sono alla base della cultura dello stupro, sono uno squilibrio di potere”. Oggi la violenza contro le donne e le ragazze, secondo quanto sottolinea l’Onu, è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti al mondo. Rimane anche una delle violazioni meno segnalate a causa dell’impunità, del silenzio, dello stigma e del senso di vergogna che lo circondano. Le conseguenze psicologiche, sessuali e riproduttive negative di tale violenza colpiscono le donne in tutte le fasi della loro vita. Ma le donne non sono vittime solo di la violenza sessuale: ad esempio l’abbandono scolastico precoce nega loro il diritto all’istruzione impedisce alle donne di accedere all’istruzione superiore e dunque le ghettizza nel mercato del lavoro. L’Onu ribadisce inoltre come la violenza contro le donne continua ad essere un ostacolo al raggiungimento dell’uguaglianza, dello sviluppo, della pace e della realizzazione dei diritti umani. Dunque, la promessa contenuta negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ‘non lasciando indietro nessuno’ non può essere soddisfatta senza porre fine alla violenza contro le donne e le ragazze.

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