Per i precari della ‘Buona Scuola’ il Natale è magro e senza stipendio

Altro che ‘Buona scuola’, visto che per i precari anche questo Natale si preannuncia magro.  Il perché lo spiega un comunicato della Gilda. La Federazione Gilda-Unam, fondata nel 1989, con sede in Roma, rappresenta i dipendenti del ‘Comparto Scuola’, che si propone di tutelare sul piano sindacale e professionale, nei modi e nelle forme previste dalle leggi esistenti, partecipando con le proprie piattaforme rivendicative ai vari livelli di contrattazione. A tal fine persegue, come scopo prioritario, la costituzione di aree contrattuali separate per docenti ed ‘Ata’, per una migliore valorizzazione delle diverse specificità. Con l’inizio del 2016 dovrebbero essere finalmente riattivati i flussi telematici per trasmettere i nominativi del personale Ata titolare di posizione economica dal 2011, e mai retribuiti per questa funzione. Finirà, dunque, l’assurda situazione in cui si trova categoria di dipendenti senza tuttavia la certezza che il lavoro svolto sia riconosciuto nella sua totalità. Da comunicazioni sindacali si apprende che la retribuzione accessoria sarà liquidata solo a decorrere da gennaio 2015 e non a partire dalla data in cui ciascuno ha acquisito il diritto, svolgendo prestazioni aggiuntive, e ciò in base a regolare contratto conferito dalla scuola di servizio. Il periodo cruciale lasciato in sospeso è quello compreso tra settembre 2011 e agosto 2014. Il Ccnl Scuola del 7 agosto 2014 aveva previsto il riconoscimento di un emolumento una tantum avente carattere stipendiale, temporalmente limitato al periodo 1° settembre 2011 – 31 agosto 2014, in favore del personale Ata che era già conosciuto al sistema. Questo emolumento fu concordato per superare l’incresciosa situazione determinatasi dal fatto che le posizioni economiche come gli scatti stipendiali erano stati liquidati in vigenza dei vincoli posti dall’art. 9, comma 21, del decreto-legge n. 78/2010. Il sollevamento generale di indignazione, conseguente alla richiesta di recupero delle somme già erogate al personale, fu determinante al fine del riconoscimento dell’emolumento una tantum. Ancora 3000 lavoratori Ata, titolari di posizione economica con decorrenza 2011-2012, 2012-2013 e 2013-2014, rivendicano il diritto all’emolumento una tantum dovuto per le prestazioni lavorative rese. Le ragioni sono semplici ed evidenti. I loro nominativi all’epoca della vicenda non erano stati trasmessi al ‘Mef’ a causa della disattivazione della funzione telematica, con la conseguenza della mancata erogazione del beneficio economico mensile e dell’una tantum in seguito. La disparità di trattamento tra il personale che ha goduto del riconoscimento del beneficio economico e il personale che invece, a causa della mancata trasmissione, non ha percepito nulla è palese e vergognosa. A ragione viene rivendicato il riconoscimento dell’emolumento a tutto il personale che è stato lasciato da parte solamente per la mancata esecuzione di un’operazione prettamente tecnica che non può rappresentare un principio giuridico di esclusione. ‘Nonostante la nota inviata dal Miur alle scuole per la liquidazione degli stipendi ai supplenti, c’è poco da stare allegri perché, dopo aver lavorato per quattro mesi, 25mila precari trascorreranno comunque il Natale senza aver ancora percepito un euro. Se questo è il raccolto di ciò che ha seminato la cosiddetta ‘Buona scuola’, siamo alla frutta secca, come da tradizione natalizia’, afferma  Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, commenta la notizia riguardante il pagamento dei docenti precari annunciato da viale Trastevere e che avverrà con la prima emissione utile da ‘NoiPa’entro la prima metà di gennaio. Riferendosi poi alla legge di Stabilità approvata alla Camera, Di Meglio usa toni duri contro il Governo che ha aggirato la sentenza della Consulta sull’incostituzionalità del blocco reiterato del contratto del pubblico impiego. Lo stanziamento di 5/6 euro netti mensili per il rinnovo è una beffa, perché il presidente del Consiglio sa bene che nessun sindacato sarà disposto a sottoscrivere un contratto a queste misere condizioni economiche.

Cocis

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