​Incendio di Grosseto: il tetto era di amianto. Unità di crisi dell’Ona

Continuano a divampare in tutta Italia incendi, purtroppo con esito in alcuni casi luttuoso, come si è verificato, tra l’altro, anche nella città di Latina nella giornata del 2 agosto e questi fenomeni non risparmiano la Toscana, ed in particolare la Maremma, dopo che un altro incendio che si è sprigionato sempre il 2 agosto presso la discarica in Scapigliato, nei pressi di Cecina. È allarme quindi in provincia di Livorno, ma anche a Grosseto per via dell’incendio che è divampato in località San Martino, alle porte della città, con un incipiente rischio amianto e altre sostanze cancerogene che si sono generate dalla combustione dei diversi materiali.

Le fiamme sono state domate grazie all’intervento di 9 mezzi dei Vigili del Fuoco, provenienti anche dalla vicina Piombino.

“Ancora una volta ci poteva essere maggiore prevenzione, sia rispetto al rischio, sia soprattutto al rischio cancerogeno da esposizione ad amianto dei Vigili del Fuoco intervenuti massicciamente sui luoghi dell’incendio, e questo dimostra che purtroppo non c’è quella necessaria attenzione che dovrebbe essere riservata alla tutela della salute di questi fondamentali operatori, come tutti gli altri che operano nel comparto sicurezza” ha sottolineati Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona).

L’associazione ha ricevuto numerose chiamate da cittadini preoccupati per la possibile propagazione di polveri e fibre di amianto nell’abitato di Grosseto, per cui è stata costituita una unità di crisi attraverso il coordinamento e disponibilità del Sig. Antonio Dal Cin (che può essere contattato al numero 0773/511463). L’unità di crisi è supportata dall’attività professionale del Dott. Ugo Corrieri, medico psichiatra, che attraverso l’Osservatorio Nazionale Amianto si è posto a disposizione di tutti i cittadini.

In una nota congiunta a firma di Antonio Dal Cin e Antonella Franchi, l’Osservatorio Nazionale Amianto reitera le sue richieste al governo nazionale e a tutte le autorità: “È necessario che siano impiegati tutti gli uomini a disposizione, ivi quelli che appartengono alle Forze Armate che, con i loro mezzi e tecnologie all’avanguardia, possono non solo controllare il territorio, ma anche intervenire massicciamente e tempestamene per poter arginare questi fuochi che costituiscono un gigantesco rogo che sta mandando in fumo quasi tutta Italia, una terra dei fuochi che si estende ormai dalla Val D’Aosta alla Puglia, dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, e non risparmia nessun angolo della nostra amata Italia. Intanto l’Osservatorio Nazionale Amianto ha allertato tutte le strutture territoriali, e quindi anche le c.d. Guardie Nazionali, per rendere supporto all’attività delle forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco”.

Sul fatto che i Vigili del Fuoco saranno sottoposti a screening sanitario e la richiesta di estendere tali controlli anche alla popolazione.

Anche perché l’ONA ricorda che non si muore solo di amianto. Anche la combustione di materiale plastico (PVC) provoca la formazione di diossine, che sono cancerogene, e provocano diversi cancri (tanto è vero che è inserita dallo IARC nel Gruppo I dei cancerogeni), come Seveso insegna.

Quindi l’Osservatorio Nazionale Amianto lancia l’allarme anche per quanto riguarda le diossine e gli effetti sulla salute umana che si sommano a quelli dell’asbesto e degli altri agenti patogeni e cancerogeni che si sono diffusi nell’ambiente in seguito all’incendio.

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