Uno spettacolo da corte stanca

Il mondo dei moderati Italiani non può non avere più rappresentanza.

Gli esponenti del centrodestra italiano, mai come questa volta sperano che la prematura, annunciata fine politica di Silvio Berlusconi, venga smentita dai fatti. All’interno di Forza Italia si augurano che l’emorragia di consensi sia fermata dall’ennesimo colpo di genio del suo leader. Certo non si può far finta di niente difronte ai fuoriusciti di Alfano, al  malumore che agita sempre di più l’ex Presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, che si è visto sbarrare la strada ,nella sua ascesa alla poltrona di coordinatore di Fi, proprio dal Cavaliere,  che nominando Toti suo consigliere politico ed uomo di fiducia, ne ha fatto una sorta di coordinatore politico; per non parlare del tentativo, dell’ex vice Ministro Nicola Cosentino, di scissione attraverso la creazione del Movimento politico, Forza Campania, ai malumori di Paolo Buonaiuti che all’improvviso sembra assalito da dubbi amletici: “Restare o non restare in FI”. Meglio migrare verso i lidi alfaniani, che al momento sembrano più sicuri ed affidabili. E che dire dei sondaggi che pronosticano addirittura una debacle per il partito del Cavaliere?. Difronte ad un quadro politico del genere, dipinto a tinte scure , l’elettorato forzista è sconcertato e disorientato. E’ sconcertato perché con l’apertura politica fatta al PD di Renzi, non intravedono più l’avversario storico da battere. E’ disorientato, invece, perché molti di loro immaginano che Berlusconi abbia voluto indicare agli italiani, l’uomo in grado di poter realizzare il suo programma di riforme dello Stato, tanto agognato ma mai iniziato. E’ indubbio, che senza Silvio Berlusconi Forza Italia è un partito acefalo, senza coesione e senza identità. Ma al di là di Forza Italia e delle sue vicissitudini politiche, c’è tutto il mondo dei moderati italiani, che non merita di essere confinato in un angolo o emarginato, se non dimenticato. Sono mesi ormai che i cosiddetti dirigenti forzisti impiegano il loro tempo a parlare solo delle vicende del loro Capo o sono intenti a manovre politiche interne  finalizzate a salvaguardare le proprie posizioni. Non una parola rivolta , come ha fatto Berlusconi per vent’anni, al ceto medio, ai commercianti, ai piccoli imprenditori, al popolo delle partite Iva. Non una parola su quella che può essere la strada maestra da imboccare per ricomporre il centrodestra in Italia. La crisi di Forza Italia è il risultato dell’incapacità politica, in termini di strategia e di programma, della sua classe dirigente che ha sempre vissuto nella speranza che il suo leader nei momenti di difficoltà, tirasse fuori l’asso dalla manica. Certamente questa situazione non la si può ascrivere a Berlusconi, che per quanti errori abbia potuto commettere, resta pur sempre a livello europeo, negli ultimi cinquant’anni, il leader di partito più votato, più acclamato e forse per certi versi anche amato dai suoi elettori.Intanto lo spettacolo da corte stanca continua, i dirigenti forzisti attendono con ansia l’esito delle elezioni Europee, quasi fosse l’ultima spiaggia; chiedono a loro ‘Mentore’ l’ultima alchimia o performance, non rendendosi conto che si profila, sempre di più all’orizzonte, uno scontro a due: Renzi-Grillo.

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