Donald Trump .(ANSA/AP Photo/Alex Brandon) [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]

Trump, Russiagate, Mueller procuratore speciale

Sara’ l’ex capo dell’Fbi Robert Mueller a portare avanti l’indagine sul Russiagate, ovvero sui legami tra lo staff del presidente Donald Trump e il Cremlino durante le presidenziali. Il ministero di Giustizia lo ha nominato ‘special counsel’, l’equivalente di un procuratore indipendente. Il 72enne Mueller, nominato dal presidente George W. Bush nel 2001 e confermato dal successore Barack Obama, ha guidato l’Fbi per 12 anni. “Accetto questa responsabilita’ e la assolvero’ al meglio delle mie capacita’”, ha dichiarato Mueller in una nota. E’ stato il vice ministro di Giustizia, Rod Rosenstein, a designare Mueller perche’ il responsabile del dicastero, Jeff Sessions, si e’ astenuto rispetto alle indagini sul Russiagate. Era stato proprio Rosenstein, secondo quanto inizialmente dichiarato dalla Casa Bianca, a suggerire il licenziamento di James Comey come capo dell’Fbi. Annunciando la nomina di Mueller, Rosenstein ha spiegato di aver preso questa decisione “per assicurare una piena e completa indagine sugli sforzi del governo russo per interferire nelle elezioni presidenziali del 2016”, compresa ogni possibile collusione tra l’entourage del presidente Donald Trump e il Cremlino. “La mia decisione non e’ un verdetto sul fatto che siano stati commessi crimini o che sia garantito alcun tipo di messa in stato di accusa”, ha tenuto a precisare il vice ministro. “Quello che ho stabilito – ha proseguito – e’ che sulla base di queste circostanze uniche, l’interesse pubblico mi impone di porre questa inchiesta sotto l’autorita’ di una persona con un certo grado di indipendenza rispetto alla normale catena di comando”.

Nella lettera con cui ha nominato Mueller, Rosenstein lo autorizza ad indagare “su ogni legame e/o coordinamento tra il governo russo e individui associati alla campagna del presidente Donald Trump e su ogni questione che emerge o puo’ emergere direttamente dall’indagine”, lasciando intendere che potra’ indagare anche sulle presunte pressioni di Trump su Comey per insabbiare l’inchiesta. In ogni caso, cosi’ come il direttore dell’Fbi, riferira’ al ministero di Giustizia. Trump, senza citare esplicitamente la nomina di Mueller, ha assicurato che con i russi “non ci sono collusioni” e che l’indagine lo dimostrera’. La nomina di Mueller, e’ stata accolta con plauso bipartisan. La commissione Intelligence del Senato, che sta portando avanti una propria indagine sul Russiagate, ha detto che la mossa offre rassicurazioni sul fatto che l’inchiesta dell’Fbi procedera’ “in modo corretto senza influenze politiche”.

Il New York Times ha intanto rivelato che l’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Michael Flynn, aveva informato il team di transizione di essere sotto inchiesta prima dell’inaugurazione per aver lavorato come lobbista per conto della Turchia. Secondo il Washington Post invece il leader di maggioranza alla Camera dei Rappresentanti, il repubblicano Kevin McCarthy, nel 2016 avrebbe detto ai colleghi di partito che Trump e’ sul libro paga di Vladimir Putin. Il diretto interessato ha smentito via Twitter, definendo l’affermazione una battuta riuscita male. “Non mi sorprende – ha scritto – che il Washington Post abbia cercato di trasformarla in una breaking news”. McCarthy avrebbe fatto quell’affermazione dopo un incontro con il primo ministro ucraino, Volodymyr Groysman, sul tentativo di Mosca di minare le istituzioni democratiche nell’Europa orientale.

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