First responders work on removing the rubble of a collapsed building looking for survivors trapped underneath, after a 7.1 earthquake in Mexico City, Tuesday, Sept. 19, 2017. The earthquake stunned central Mexico, killing more than 100 people as buildings collapsed in plumes of dust. (ANSA/AP Photo/Gustavo Martinez Contreras) [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]

Terremoto in Messico, 115 morti nella capitale, in totale 245. Crolla scuola, strage di bambini

La bambina di 7 anni che era stata localizzata ancora viva sotto le macerie della scuola Enrique Rebsamen di Città del Messico, distrutta dal terremoto che ha scosso la città, è stata tratta in salvo dai soccorritori. Secondo fonti dei servizi di emergenza citate dalla stampa locale, con questa bambina salgono a 12 le persone estratte dalle macerie della scuola, dove altri due piccoli sarebbero ancora intrappolati vivi, per cui si mantengono le operazioni di ricerca.

Il sindaco di Città del Messico, Miguel Angel Mancera, afferma che un totale di 115 persone sono morte nella capitale dopo il terremoto di magnitudo 7.1 che ha scosso la città e gli stati vicini. Ciò porta il numero di morti a livello nazionale a 245, basandosi sul precedente bilancio del governo federale.

E’ di almeno 36 morti – 32 bambini e quattro adulti – il bilancio di vittime dopo il crollo della scuola ‘Enrique Rebsamen’ di Città del Messico, secondo un inviato del quotidiano Excelsior sul luogo del disastro.

Un terribile terremoto ha colpito il Messico, ha detto il Papa in udienza in piazza San Pietro,  qui tra voi ci sono molti messicani, il terremoto ha causato vittime e danni materiali e in questo momento di dolore manifesto la a mia vicinanza a tutta la popolazione messicana chiedo a Dio onnipotente che accolga nel suo seno quelli che hanno perso la vita. Ha ricordato quanti quanti prestano soccorso nel sisma, e ha invocato la ‘Vergine di Guadalupe, tanto cara alla nazione messicana’.

A sottolineare la lotta contro il tempo per scavare tra i detriti alla ricerca dei sopravvissuti è stato tra gli altri il sindaco di Città del Messico Miguel Angel Mancera, che ha disposto lo ‘stato d’emergenza’ in tutta la città. Oltre agli uomini delle forze di sicurezza tantissimi volontari hanno preso parte alle operazioni di soccorso fin da subito dopo la mega-scossa delle 13,14 (ore locali).

Il rientro a casa di migliaia e migliaia di persone si è svolto in mezzo a numerose difficoltà e un clima caotico, tra l’altro per le fughe di gas e strade chiuse, molte delle quali senza semafori a causa dei black out, soprattutto nell’area del centro e del sud della capitale. Quasi 4 milioni e 600mila tra case, negozi e altri edifici sono senza elettricità in Messico: lo riferisce la compagnia elettrica nazionale citata dai media locali. La gran parte delle abitazioni senza elettricità si trovano nella zona della capitale e negli Stati di Guerrero, Morelos, Puebla, Oaxaca, e Tlaxcala.

‘Ero in un bar prendendo un caffè nella zona di Prados de Coyoacan, è arrivata la scossa e sono stato letteralmente scaraventato fuori. In genere sono io a mantenere i nervi saldi, ma questa volta ho avuto tanta paura, sono stato confortato da chi mi stava vicino per strada’, racconta all’Ansa Marcos Martinez.

I commenti di tutti in città sono soprattutto due e mettono in luce i tratti fondamentali della scossa: la terra ha tremato in modo ancora più violento sia del devastante sisma del 1985 (10mila morti, anche questo un 19 settembre) sia di quello dello scorso 7 settembre, che ha avuto un’intensità maggiore (8,2) e nel quale hanno perso la vita 100 persone.

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