Renzi, restituiremo ai Comuni i soldi in meno di Tasi e Imu

I soldi che saranno sottratti ai Comuni per l’abolizione della Tasi/Imu saranno restituiti integralmente, dice il premier Matteo Renzi in un dialogo con i lettori de L’Unità nella rubrica di posta “Caro segretario”. ‘I soldi in meno della Tasi/Imu saranno restituiti integralmente ai Comuni. E il tuo bravo sindaco saprà farne prezioso uso’, risponde Renzi a un lettore di Trento perplesso. Smettere di tassare la prima casa, osserva, è giusto e anche equo in un Paese dove l’81% degli italiani ha sudato per acquistarsi un’abitazione». Nel colloquio con i lettori, il premier tocca diversi temi, tra sindacato, riforme istituzionali e la situazione del Pd. ‘Noi ci siamo. E spero che stavolta i sindacati accettino la sfida ed una buona legge sulla rappresentanza potrebbe aiutarli a vincere la crisi che sta fortemente minando la rappresentatività delle organizzazioni. Oggi anche nel sindacato c’è troppa burocrazia. E girano più tessere che idee’. Ma, in vista della scadenza di giovedì per l’acconto Tasi è, invece, la Uil a fare le pulci a una delle imposte scaturite dal riordino della tassazione locale che nei piani del governo dovrebbe portare l’anno prossimo a una semplificazione, arrivando a una tassa unica.  L’acconto Tasi, dovuto entro il 16 ottobre, riserva la sorpresa di un’imposta che supererà l’Imu 2012 per una famiglia su due,  in particolare per le case con minor rendita catastale, e che in media arriverà a 148 euro fra acconto e saldo, con la conclusione che la pressione fiscale sulle famiglie aumenterà nel 2014. Il pagamento dell’acconto della Tasi scatta in 5.279 Comuni: oltre 15 milioni di proprietari, circa il 75% del totale, ma in molti comuni anche gli inquilini, saranno chiamati a versare un acconto medio di 74 euro, per un totale fra acconto e saldo, appunto, di 148 euro, che sale nei capoluoghi e tocca punte di 429 euro.  E’ vero che il costo della Tasi sarà, complessivamente leggermente più basso dell’Imu, commenta il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy, ma la distribuzione della nuova tassa è meno equa perché pagherà un po’ di più chi prima era esente o pagava cifre basse, e pagheranno molto meno i proprietari di quelle abitazioni con rendite catastali elevate. Nel complesso non c’è alcun dubbio che nel 2014 con la Tasi la pressione fiscale delle famiglie, rispetto al 2013, aumenterà. Per alcuni sarà attenuata dal bonus degli 80 euro, ma per molti, e tra essi milioni di pensionati, il loro potere di acquisto diminuirà sensibilmente. Nel dettaglio, spetta a Bologna il primato di città dove la Tasi e le imposte comunali saranno più care secondo la Cgia di Mestre, a seguire Roma e Bari perché in 5 anni i tagli ai trasferimenti in queste tre città sono stati del 48%, anche se a Milano sono stati ancora maggiori (63%), e così Venezia (66%). Nelle stime della Uil, invece, si va dalle città a ‘Tasi zero’, Ragusa e Olbia, ai casi di Siena (costo medio 429 euro), ai 391 euro di Roma, ai 346 di Firenze. Per le famiglie non va meglio perché adesso il Governo annuncia che nel 2015 cambierà nuovamente il modello di tassazione degli immobili, ma la nostra impressione è niente altro che un altro giro di corsa perché si cambiano i nomi ma il risultato non cambia. Secondo Loy se si ridurranno, come sembra, i trasferimenti ai Comuni, è prevedibile che si scaricherà sui contribuenti la mancanza di risorse. ‘E se davvero il Governo vuole riformare il fisco comunale abbia il coraggio quantomeno di andare verso il superamento delle Addizionali Comunali Irpef , che colpiscono direttamente il reddito dei lavoratori dipendenti e pensionati. E’ questa la riforma che ci aspettiamo’. Critiche arrivano infine anche dal Codacons che definisce la Tasi un nuovo ‘pasticcio all’italiana’, oltre che una tassa iniqua che con le detrazioni diverse da comune a comune ha creato una vera e propria ‘giungla fiscale’. Circa le riforme, Renzi sostiene che è decisivo è abolire il bicameralismo paritario e semplificare le Regioni: ‘Se portiamo a casa questa che è la madre di tutte le riforme, a quel punto avremo davvero svoltato’. Per quanto riguarda la situazione interna al Partito democratico, il premier assicura che non ci saranno espulsioni di dissidenti, nemmeno dopo i recenti casi parlamentari Rai e Azzollini: ‘Questi atteggiamenti di pochi parlamentari feriscono l’intera comunità del Pd, i militanti o i volontari della Festa dell’Unità. Non è giusto violare le normali regole democratiche di un partito. Ma nessuna espulsione, per carità. Andiamo avanti’.

Roberto Cristiano

 

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