ROMA. Diritto d’asilo europeo, crescita e unioni civili “che si faranno”. Sono questi i temi principali affrontati dal premier Mattero Renzi in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. “Si scelga finalmente di superare Dublino – afferma – e di avere una politica di immigrazione europea, con un diritto d’asilo europeo”. Poi uno sguardo al futuro su una soluzione per l’immigrazione: “andremmo negli Stati di provenienza per valutare le richieste di asilo, evitando i viaggi della morte. Gestiremmo insieme anche i rimpatri”.
L’Europa, dice ancora, “deve smettere di commuoversi e iniziare a muoversi”. L’idea di Renzi è quella di avere “una unica politica europea di asilo” invece di tante come sono i vari Paesi. Per il Premier ormai sta venendo fuori la verità sui migranti: “non è un problema italiano su cui speculare per mezzo punto di sondaggio, ma una grande crisi mondiale e europea da affrontare a Bruxelles, non a Lampedusa”. Questa, sottolinea il presidente del Consiglio, “è stata la prima battaglia del mio governo: chiedere l’internazionalizzazione di questa crisi”. In sostanza: no a un tamponamento dell’emergenza, sì a “un ruolo maggiore in Africa e in Medio Oriente”, investendo “di più sulla cooperazione internazionale, agevolare i rimpatri, e bloccare i trafficanti di uomini”. Quanto a una ipotesi di un intervento in Libia e in Siria, Renzi spiega che “Obama ha convocato un vertice su questi temi a fine mese, proprio a margine dell’assemblea Onu”. Oltre dell’immigrazione, l’ex sindaco di Firenze parla anche della crescita italiana. “Il Paese non mi sembra fermo e al contrario vedo tanta energia”, evidenzia. “Gli indici di fiducia e i consumi tornano a crescere. Il turismo tira, in particolare al Sud. Si respira un clima di ripartenza”, afferma il premier. “Cresciamo all’incirca come Francia e Germania: poco, ma finalmente come loro”. Poi rassicura affermando che “non vedo nessun rischio” di una crisi di governo sulla riforma del Senato. “Se vogliamo fare una forzatura, i numeri ci sono, come sempre ci sono stati”. “Se vogliamo forzare possiamo farlo. Ma noi fino alla fine cerchiamo, come sempre, un punto d’incontro”.
Aleessandro Moschini