Matteo Renzi sfida Junker ed in una assoluta negazione di diplomazia comunica che ha designato Federica Mogherini come Alto rappresentante e vice presidente della commissione europea. In pratica procedendo in senso opposto alla direzione chiesta da Jean Claude Junker che aveva sollecitato tutti i paesi a fornire i loro candidati commissari entro il 31 luglio. Renzi nella fattispecie aveva ribadito che l’Alto rappresentante della politica estera europea spettasse al Pse che ha il “dovere di rivendicarlo”. Nella tarda serata Junker risponde che indica la Mogherini eslusivamente per il ruolo di Alto rappresentante e che un eventuale e successivo slittamento sarà dovuto al fatto che i paesi membri non hanno indicato un numero adeguato di donne. Non possiamo sapere se la mossa di Renzi sia un semplice bluff, ma è sicuramente stato un sonoro ceffone mollato sia a Junker che al presidente del Consiglio europeo Van Rompuy, ed agli altri 27 capi dei governi dell’Ue. Infatti il ruolo di Mr Pesc viene deciso a maggioranza qualificata dei capi di governo che si sono dati appuntamento il 30 agosto prossimo. La richiesta fatta da Renzi non rientra nelle disponibilità di Junker. In pratica, uno spariglio. A cosa sia dovuta questa mossa non è chiaro, ma è noto che gli uomini di Junker stavano stoppando la nomina della Mogherini, ed inoltre c’era stato un incontro riservatissimo tra lo stesso Junker e Massimo D’Alema. A Bruxelles si vociferava poi che l’Italia avesse rinunciato alla candidatura della Mogherini. Renzi, alla luce di questo, è saltato sul tavolo facendo saltare le carte, non rispettando il protocollo e ricordando in modo sbeffato che il numero due della Commissione tocca ai socialisti e non ad un conservatore. Ora si aspetterà il 30 agosto per verificare se il primato toccherà alla politica oppure alla diplomazia comunitaria. Renzi ha chiesto “banco” e si attenderà per vedere le carte scoperte anche alle punte. Il banco vincerà?
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