Renzi e la fiducia ‘politica’ sull’Italicum

 E’ un Matteo Renzi determinato quello che ieri ha mobilitato il partito sull’Italicum, prendendo di petto la situazione ed ottenendo il sì all’Italicum di 20 su 21 segretari regionali. Oggi ci sarà la prova fedeltà con le votazioni sulle pregiudiziali e,   se andranno come Renzi spera, si procederà per tutta la settimana a ritmo serrato. L’idea del rinvio è stata archiviata dallo stesso premier: “Io credo sul serio alla riforma e perciò non mi fermerò, perché non si può sottostare alla dittatura di una minoranza della minoranza».  La legge va mandata in porto speditamente ed alla fine,   dice Renzi, vedrete che il Pd apparirà più compatto di quanto possa sembrare ora. Quelli che si schiereranno con noi saranno più del previsto. I numeri ci sono tutti e più alcuni esasperano lo scontro, più aumentano quelli che stanno con noi. Senza contare che Forza Italia sta esplodendo e che quindi è fisiologico che alcuni di loro ci supportino nel voto.  I numeri ci sono, ma il premier deciderà realmente oggi se mettere la fiducia: “Fosse per me non porrei la fiducia, ma se parte l’ostruzionismo diventa l’unica scelta possibile per evitare la paralisi. Certo non possiamo rischiare di essere risucchiati dalla palude”. In una lettera aperta ai circoli Dem ha invitato alla responsabilità,   avvertendo che sulla riforma è in ballo la dignità del Pd. Perciò quello che gli premeva era di spiegare bene al Partito democratico la posta in gioco e i segretari regionali pare lo abbiamo compreso. “Dignità è un concetto profondo ed è offensivo usarlo a fini di polemica interna. Nessuno può dire che chi esprime un’opinione diversa colpisce la dignità di una comunità come il Pd”, è quanto si legge in un documento di Sinistra Dem, la componente di Gianni Cuperlo, in cui si afferma che una mediazione è ancora possibile. In quella lettera, prosegue il documento, il segretario sostiene che chiunque avanza una proposta di miglioramento dell’Italicum vuole azzerare le riforme e colpire il cambiamento. Ma questo è falso. Noi vogliamo le riforme e vogliamo quel cambiamento che proprio certe sordità in questo passaggio rischiano di mettere in crisi. Abbiamo mostrato coi fatti che l’unità del Pd la pratichiamo, come si è visto in precedenti passaggi parlamentari. Ma oltre ai diritti esistono dei doveri di coerenza quando in gioco entrano principi che riguardano la qualità della democrazia. Per parte nostra vogliamo unire e cambiare nel verso giusto. Sinistra Dem afferma che colpisce la sottovalutazione del danno che deriverebbe al governo e al Pd da una rottura. E’ ancora possibile correggere l’equilibrio del sistema che nascerà dalla doppia riforma della Costituzione e della legge elettorale. Ad esempio rivedendo composizione e funzioni del Senato, scegliendo la via di una vera Camera delle Regioni. Questo implicherebbe anche una revisione dei contrappesi necessari a fronte di una legge elettorale che cambia la forma di governo nella direzione di un premierato forte. Senza queste e altre correzioni, prosegue il documento, lo spostamento del potere legislativo dal Parlamento al Governo è destinato a produrre uno squilibrio. Nella minoranza, Renzi, vede quindi   tanti giochi di posizionamento ed alcune finte, oltre che la volontà dei più di non rompere con la linea del partito e con il vincolo di lealtà che esiste nella comunità. Il premier non sembrerebbe temere nemmeno una scissione sulla scia dell’Italicum. Oggi si vedrà quanti, in Parlamento, sono dalla parte di Renzi. Forza Italia ha confermato che in Aula, sull’Italicum, presenterà tre questioni di pregiudizialità, una di costituzionalità, una di merito e una richiesta di sospensiva della legge elettorale. Sulle prime due questioni FI chiederà voto segreto.  E’ dunque scontro che vede ai ferri corti la maggioranza di governo e tutto l’arco delle opposizioni, e che continua a creare tensione anche nel Pd, dove l’eventualità di una fiducia sul testo rischia di acuire il logoramento interno al partito “Nel percorso che tiene insieme legge elettorale e riforma costituzionale, il governo è disponibile a un approfondimento su eventuali modifiche della riforma costituzionale. Ma non puo’ essere un baratto, non c’è un contraccambio, ma un approfondimento della riforma costituzionale che porti a modifiche in Senato. E’ una legge elettorale che fa una scelta di mediazione che magari non accontenta ne’ chi avrebbe voluto le preferenze, ne’chi voleva i collegi uninominali, ma è un buon punto di compromesso”, ha detto il ministro Boschi nella replica alla discussione generale sull’Italicum alla Camera. Il premio viene assegnato alla lista vincente, o anche a una coalizione ma essa sin dalla nascita ha chiaramente un capo della coalizione e un programma. I deputati dem sono stati precettati: “Presenza obbligatoria senza eccezione alcuna. Annullare ogni impegno e missione”, si legge in un sms inviato dal gruppo.

Cocis

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