Giulio Regeni, il ricercatore friulano torturato e ucciso nella capitale egiziana, in una foto tratta dal suo profilo Facebook. +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++

Regeni, due arresti per l’omicidio. Oggi la salma a Roma per l’autopsia

Due persone sono state arrestate in quanto sospettate dell’omicidio dello studente italiano Giulio Regeni, il ricercatore universitario di 28 anni trovato morto al Cairo due giorni fa. Lo hanno riferito fonti della sicurezza egiziana all’agenzia Dpa, senza chiarire se i due arrestati siano egiziani o stranieri. Le agenzie di sicurezza, hanno spiegato le fonti, a condizione di anonimato, hanno raccolto indizi importanti sul caso, i quali dimostrano che si è trattato di un atto criminale non collegato al terrorismo. I dettagli su questi indizi saranno resi noti entro alcune ore, hanno aggiunto le fonti. La salma di Regeni arriverà alle 13 a Fiumicino e il corpo sarà quindi trasferito nell’istituto di medicina legale ‘La Sapienza’ dove sarà eseguita l’autopsia, disposta dalla procura di Roma che indaga per omicidio volontario. Secondo il programma predisposto dagli investigatori sarà fatto anche un esame tossicologico. Contemporaneamente il pubblico ministero ha avviato una rogatoria internazionale per avere dalle autorità egiziane copia degli atti compiuti dal momento del ritrovamento della salma. Tra il nostro Paese e l’Egitto non ci sono trattati di reciproca assistenza e, di conseguenza, bisognerà contare sulla buona volontà dell’autorità straniera perché gli investigatori italiani possano essere agevolati nel loro lavoro. Il rapporto medico-legale egiziano, invece, sarà completato in dieci giorni. Un rapporto preliminare è stato già rivelato da media locali e si parla di contusioni su tutto il corpo, un taglio all’orecchio, tracce di sevizie, un’emorragia interna e una frattura del cranio che ha causato l’emorragia interna provocando la morte. Finora non c’è nessuna ipotesi ufficiale sulla matrice del delitto di cui è stato vittima il dottorando di Cambridge che, da settembre, abitava in un appartamento del Cairo per scrivere una tesi sull’economia egiziana presso l’American University. Scarne le informazioni sugli ultimi minuti, poco prima delle 20 di quel lunedì, in cui Regeni era sicuramente vivo, come riportato da alcune fonti e il giovane stava andando a trovare amici per un compleanno. ‘Un omicidio brutale che gela le relazioni tra Italia ed Egitto’, così il New York Times a pagina 3 racconta la morte di Giulio Regeni, sottolineando la reazione e l’ira di Roma profondamente scettica sul fatto che l’Egitto sia in grado o abbia la volontà di trovare gli assassini. Il quotidiano parla di complicazioni, seppur taciuti nei rapporti tra Roma e il Cairo, anche perché le bruciature di sigarette trovate sul corpo di Regeni, così come i segni di un colpo alla testa, sarebbero i segni distintivi degli abusi frequentemente associati alle forze di sicurezza egiziane. Il Times parla quindi di preoccupazioni crescenti per l’impunità di cui godono queste forze speciali del regime di al Sisi.

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