Putin: ‘Contro l’Isis serve una coalizione internazionale antiterrorismo’

E’ prematuro discutere di un diretto coinvolgimento della Russia in azioni militari contro l’Isis, tantomeno l’adesione alla coalizione guidata dagli Stati Uniti. Mosca sta attualmente considerando altre opzioni, ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dall’emittente Russia Today. Secondo alcuni media britannici, immagini diffuse dalla tv di Stato siriana confermerebbero che truppe russe starebbero combattendo in Siria per il regime di Bashar al Assad. Media israeliani parlano dell’imminente apertura nei pressi di Damasco di una base russa per contrastare l’avanzata dell’Isis, sempre più vicino al cuore del potere siriano. Il Cremlino ha confermato ieri l’assistenza militare fornita dalla Russia alla Siria, senza però precisarne l’obiettivo. Il presidente russo propone di formare una coalizione internazionale contro il terrorismo, spiegando di aver parlato dell’iniziativa con il presidente americano Barack Obama. A margine dell’Eastern Economic Forum a Vladivostok, Putin ha detto ai giornalisti di aver avviato discussioni su tale coalizione anche con i leader di Turchia, Arabia Saudita, Giordania e altri paesi: ‘Vogliamo davvero creare una sorta di coalizione internazionale per la lotta a terrorismo ed estremismo. A tal fine, abbiamo consultazioni con i nostri partner americani ed ho personalmente parlato del tema con il presidente Obama’. Putin ha spiegato che la Russia ha spesso messo in guardia contro i principali problemi che l’Europa si sarebbe trovata ad affrontare in conseguenza delle politiche occidentali in Medio Oriente e Nord Africa, e del terrorismo jihadista, così che la crisi dei migranti in Ue non è una sorpresa. Secondo il presidente russo, il difetto principale della politica estera occidentale è l’imposizione di proprie norme in tutto il mondo, senza tener conto delle caratteristiche storiche, religiose, nazionali e culturali di particolari regioni. L’unico modo per invertire il flusso di rifugiati in Europa è quello di aiutare le persone a risolvere i problemi a casa loro e il primo passo dovrebbe essere la creazione di un fronte comune e unito contro i gruppi jihadisti come l’Isis. Il problema di ricostruire le economie locali e le sfere sociali per convincere le persone terrorizzate a tornare sorgerebbe solo dopo che il terrorismo fosse sradicato e il sostegno internazionale per la ricostruzione della sovranità dei paesi che hanno sofferto per mano dell’Isis dovrebbe avvenire solo nel pieno rispetto di storia, cultura e tradizioni locali. La Russia aveva avvertito della vastità del problema, causata da come l’Ue ha ciecamente seguito la politica Usa verso la Siria. I Siriani che abbandonano il loro Paese non lo fanno per il governo di Assad ma per colpa di Isis. Bashar al-Assad è pronto a tenere a breve elezioni parlamentari e potrebbe condividere il potere con l’opposizione ‘sana’ ha affermato Putin: ‘Il presidente siriano è d’accordo sul tenere elezioni parlamentari presto, stabilendo contatti con l’opposizione, cosiddetta sana, e portandola nel governo’, La Russia è assieme all’Iran un alleato chiave di Assad nell’ambito del conflitto che devasta la Siria da quattro anni e mezzo ed è costato la vita a circa 250.000 persone. Mosca ha detto chiaramente di essere contraria al rovesciamento di Assad, e ha fatto leva sulle conquista dell’Isis in Siria e Iraq per spingere Paesi come Stati Uniti e Arabia Saudita a lavorare con Damasco contro un nemico comune.

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