Nucleare e Iran

Alla vigilia della scadenza del termine per un accordo sul nucleare, funzionari iraniani mettono in dubbio il successo delle trattative rimettendo in discussione uno degli elementi critici dell’accordo: la disponibilità di Teheran al trasferimento in Russia del proprio combustibile nucleare. Lo riporta il New York Times. “L’esportazione di scorte di uranio arricchito non è nel nostro programma e non intendiamo inviarle all’estero”, ha dichiarato Abbas Araghchi ai media iraniani. Secondo quanto riferisce il New York Times, funzionari occidentali, confermando l’esitazione dell’Iran sul trasferimento del carburante, insistono che ci sono altri modi di trattare con il materiale. L’opzione principale, riferiscono, è la miscelazione in una forma più diluita. A seconda dei dettagli tecnici questo potrebbe rendere il processo di arricchimento per uso militare molto più lungo, o forse quasi impossibile. Tuttavia, la rivelazione che l’Iran sta insistendo sul mantenimento del carburante potrebbe costituire un potenziale ostacolo in un momento critico delle trattative. E per i contrari all’accordo al Congresso Usa, in Israele e nei Paesi arabi sunniti come l’Arabia Saudita, la prospettiva di lasciare grandi quantità di combustibile nucleare in Iran, in qualsiasi forma, è destinata a intensificare la loro già forte opposizione politica. Se si dovesse giungere a un accordo che consente a Teheran di mantenere il carburante, l’amministrazione Obama potrebbe sostenere che questo non sarebbe un rischio, particolarmente se potrà essere ispezionato. Finora, in virtù di un accordo interinale negoziato nel 2013, l’Iran ha rispettato pienamente i rigorosi processi di ispezione per le scorte del suo carburante, riferisce l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Non è chiaro quale forma prenderebbe il carburante se dovesse rimanere in territorio iraniano. L’intesa tra le potenze occidentali e Teheran ancora non sarebbe stata raggiunta, ma in queste ore si sta trattando freneticamente. E ad indicare che si è ad un punto decisivo non sono solo le indiscrezioni di stampa che parlano di un accordo vicino, ma anche il fatto che il segretario di Stato americano John Kerry ha annullato il suo rientro negli Usa per restare a Losanna a trattare. Così come restano i ministri degli Esteri iraniano, tedesco, francese e l’alto rappresentante Ue Federica Mogherini. Di fronte alle voci che rimbalzano dalla Svizzera, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ribadito oggi da Gerusalemme  il netto rifiuto di Israele nei confronti di una possibile intesa. L’asse Iran-Losanna-Yemen,  ha affermato Netanyahu,   è pericoloso per l’umanità e va fermato. Numerose fonti a Losanna oggi hanno riferito della volontà delle parti di esplorare i possibili compromessi per arrivare all’accordo, pur ammonendo dal considerare già fatta l’intesa a causa della presenza di alcuni punti morti. Il dipartimento di Stato Usa, motivando la decisione di Kerry di rinviare il suo rientro in patria per partecipare ad un evento dedicato alla memoria del senatore Edward Kennedy, ha invocato lo stato “dei negoziati in corso in Svizzera”. Dando così la possibile dimensione dello stato dei lavori a cui si è giunti nella città svizzera. Questo non vuol dire, come hanno precisato ad Haaretz fonti Usa, che non ci siano ancora differenze e distanze con l’Iran su alcuni temi particolari. Le distanze riguarderebbero la durata dell’accordo tra i ‘5+1’ e l’Iran, tra gli 11 e i 15 anni, vogliono le potenze mondiali, mentre Teheran punterebbe ad una durata minore; le ricerche e lo sviluppo delle centrifughe iraniane e infine la rimozione delle sanzioni.  Anche un alto negoziatore iraniano ha negato notizie stampa sulla possibilità che Teheran abbia accettato nuove restrizioni nel suo programma di arricchimento dell’uranio. La stessa fonte ha spiegato che le notizie contengono “punti inaccurati, compresa la spedizione di uranio dall’Iran alla Russia”. Netanyahu si è tuttavia scagliato a testa bassa contro l’accordo, che anche secondo la tv israeliana Canale 2 sarebbe ad un passo. Ed ha espresso “la profonda preoccupazione di Israele” per la possibile intesa di Losanna. Mentre in Svizzera si discute, ha spiegato, “gli emissari dell’Iran nello Yemen cercano di conquistare parti estese del Paese nel tentativo di assumere il controllo degli Stretti di Bab el Mandab. Cosa che cambierà gli equilibri nella navigazioni e nelle forniture di petrolio”. Lo stesso ministro della Difesa Moshe Yaalon ha definito “pessimo l’accodo”, aggiungendo che l’Iran sta avendo “successo nel farsi beffe del mondo”. Un Iran sulla soglia del nucleare, ha ammonito, potrebbe essere “una tragedia non solo per i regimi moderati del Medio Oriente ma anche per l’intero occidente”. Ed anche la stampa israeliana, sia quella filo governativa sia quella contraria, come Yediot Ahronot, ha parlato dell’intesa come pura follia. Ed ha aggiunto che le forze armate di Israele e i suoi servizi segreti hanno già avuto ordine di organizzarsi per far fronte alla nuova situazione e per poter neutralizzare quella minaccia in qualsiasi momento.

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