Nizza tra le salme delle vittime italiane e le bugie del governo francese

Rientrate in Italia le salme di quattro delle sei vittime italiane della strage a Nizza. Il Presidente della Repubblica ha incontrato, a Malpensa, i familiari delle vittime.  Le salme di Angelo D’Agostino (71 anni) e Gianna Muset (68), e di Mario Casati (90) e Maria Grazia Ascoli (77), uccisi nella strage di Nizza, hanno ricevuto la benedizione del Cappellano di Malpensa, Don Ruggero Camaioni, dopo essere state accompagnate sulla pista dello scalo internazionale milanese da quattro carri funebri, appena arrivate con il volo militare direttamente da Nizza. Religioso silenzio sulla pista dell’aeroporto, davanti ai feretri avvolti nel tricolore. Dopo aver dato conforto ai parenti delle vittime, il Presidente della Repubblica ha lasciato lo scalo internazionale. Commovente ed intenso l’abbraccio dei familiari ai feretri dei loro cari. Quindici persone sono ancora tra la vita e la morte, ha detto il presidente francese, Francois Hollande, riferendosi alle vittime della strage di Nizza: ‘Dopo il massacro del 14 luglio a Nizza la rabbia è legittima ma non può degenerare nell’odio e nel sospetto. Per rispondere alla minaccia dobbiamo più che mai far prevalere la nostra coesione nazionale. Il popolo di Francia deve rimanere unito in una stessa risposta. Quello che vogliono fare i terroristi è separarci, dividerci, frammentarci. La  coesione sarà la nostra risposta’. In realtà il governo francese ha mentito sulle misure di sicurezza a Nizza come si evince  dal risultato di un’inchiesta accurata dei colleghi di ‘Libération’. Per giorni il primo ministro Valls e il ministro degli Interni Bernard Cazeneuve hanno ripetuto che il varco all’inizio della zona pedonale della proménade des anglaise era presidiata dalla polizia nazionale che impediva l’accesso a qualunque veicolo. Infatti il comunicato del 16 luglio affermava  che il controllo del perimetro era affidato nei punti più sensibili a delle squadre della polizia nazionale rinforzate da effettivi di quella municipale. Era il caso del punto d’entrata del camion, dove vigeva un divieto d’accesso materializzatosi nel posizionamento di veicoli che bloccavano l’ingresso.  Il camion, a loro dire,  aveva forzato il passaggio salendo sul marciapiede.  ‘Libération’, citando numerose testimonianze suffragate da immagini dimostra che non è andata così. All’altezza del Boulevard Gambetta non c’erano agenti nazionali al posto di blocco e nemmeno auto che impedivano l’accesso, ma solo due gendarmi locali di fronte a delle banali barriere metalliche. Vigili per far defluire il traffico, non poliziotti specializzati per garantire la sicurezza. Al momento della tragedia nella zona c’era una sola auto, sempre della polizia municipale, ma piazzata in modo tale da non ostruire il passaggio. Infatti il camion non ha dovuto forzare alcun controllo. Ha iniziato la sua corsa omicida, investendo i primi passanti, diverse centinaia di metri prima della zona pedonale, quando è arrivato al varco all’altezza del Bouleavrd Gambetta viaggiava già a velocità sostenuta. E’ semplicemente salito sul marciapiede e ha continuato la sua corsa. ‘Per fermare la corsa di un veicolo di queste dimensioni i colleghi avrebbero dovuto sparare attraverso il finestrino latérale. Ma bisogna essere rapidi e precisi. le nostre armi non permettono di bucare un parabrezza o di bucare pneumatici di quel tipo’, spiega Yves Bergerat, agente municipale a Nizza. Gli agenti federali interverranno solo più avanti, quando era troppo tardi. Quanto avvenuto a Nizza dimostra ancora una volta l’inadeguatezza delle forze di sicurezza francesi.  In realtà i francesi non credono più al proprio governo. Il peggio che possa capitare in democrazia…

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