Naufragio, i presunti scafisti in aula per l’incidente probatorio

CATANIA. E’ cominciato il primo degli incidenti probatori disposti dal gip di Catania, Rosa Alba Recupido, nell’ambito dell’inchiesta della Procura sul naufragio di un barcone al largo della Libia in cui sono molti oltre 750 migranti. E’ stato richiesto dalla Procura per sentire, tra i sopravvissuti, i testimoni che accusano un tunisino e un siriano di essere, rispettivamente, il comandante e un componente l’equipaggio del peschereccio. In Aula sono presenti anche i due presunti scafisti. Dall’inchiesta sul naufragio in Libia emergono atti di “inumana violenza”, come quello di un ragazzo ucciso su un gommone mentre raggiungeva,   insieme ad altri,  il peschereccio poi affondato perché si era alzato senza permesso. Il suo cadavere sarebbe stato poi buttato in mare. Lo si apprende dalla Procura di Catania che indaga con la polizia di Stato. Diversi migranti stipati in una fattoria in attesa di imbarcarsi sul peschereccio che ha poi fatto naufragio al largo della Libia sarebbero stati picchiati selvaggiamente con dei bastoni perché non obbedivano agli ordini dei trafficanti. Le bastonature avrebbero provocato alcuni decessi, altri sarebbero morti di stenti. Dal complesso delle dichiarazioni può affermarsi ragionevolmente che sul peschereccio che ha fatto naufragio al largo della Libia vi fossero oltre 750 persone. E’ la valutazione della Procura di Catania agli atti dell’inchiesta dalla quale emerge anche la presenza poco prima della partenza di personale libico, indicato come ‘poliziotti’ che avrebbero ricevuto dei soldi. Il riconoscimento di entrambi gli indagati è effettuato dalla maggior parte dei testi e quasi tutti riferiscono che il ‘comandante’ era anche il conducente.  Del secondo, un siriano che ieri ha accusato l’indagato tunisino, molti dicono che faceva eseguire gli ordini del comandante, che faceva uso di un telefono satellitare per mantenere i rapporti con l’organizzazione libica, almeno in un paio di circostanze tra cui una nella fase di avvistamento del mercantile portoghese. Sul capovolgimento del peschereccio libico molti riferiscono di tre urti causati dalle manovre del comandante tunisino che avrebbero provocato forti oscillazioni. La Marina Militare effettuerà al più presto una ricognizione del relitto per trarne una documentazione fotografica e video, al fine di consentire di raccogliere elementi di prova e di valutare la necessità e la fattibilità di eventuali ulteriori operazioni. 

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