Matteo Renzi tra politica e Guccini

 Un Renzi a tutto campo è stato ospite ieri a Domenica Live,  dialogando con Barbara D’Urso e spaziando in diversi campi, a partire dai mal di pancia delle Regioni: “Sono arrabbiati un po’ tutti: regioni, sindacati, magistrati. Io non ho la verità in tasca. Noi siamo al governo da 8 mesi e dico chiaramente che se  tutti facciamo uno sforzo insieme restituendo i soldi ai cittadini si va avanti. Diversamente   non c’è futuro.  Le Regioni sono arrabbiate? Gli passerà. Siccome per vent’anni hanno sempre pagato le famiglie, ora se iniziamo a fare un po’ di tagli ai ministeri e alle Regioni, non è che si possono lamentare. Per la prima volta dopo anni la legge di stabilità del 2015 prevede 18 miliardi di tasse in meno, e  sono tanti soldi. Abbiamo capito che l’Italia non può continuare di chiedere sempre ai soliti di pagare.  Quando la sera vado a letto penso che ho davanti grandi sfide ma penso di non essere solo: io non sono la causa dei problemi, io spero di essere qui a rappresentare gli italiani che sperano al di là del colore politico che io ce la faccia”. Affronta poi il problema del lavoro e della ripresa: “Quella adottata sul Tfr è una soluzione molto saggia: abbiamo trovato strumenti per dire chi lo vuole dal 1 gennaio in busta paga potrà chiederli ad azienda e al tempo stesso le banche daranno un aiuto alle aziende per risolvere i problemi di liquidità. Lasceremo al cittadino la libertà di fare come gli pare, il Tfr è una possibilità. Ora è arrivato il momento di mettere da parte bandiere singoli schieramenti e dire che  ci sono da fare delle cose, se si fanno si vince e la madre di tutte le battaglie è il lavoro. C’è da ridurre la tassa sul lavoro. Oggi un imprenditore paga un sacco di soldi, ma molti non arrivano al lavoratore. La spesa dell’imprenditore se la mangia lo Stato. Mettiamolo a dieta. Sono i 6 miliardi per l’Irap”. Ritorna poi sugli ormai canonici 80 euro,  affermando che dal’1 gennaio del 2015 saranno dati gli 80 euro non solo a chi prende meno di 1500 euro al mese ma anche a tutte le mamme che fanno un figlio per i primi tre anni. La D’Urso gli chiede il motivo che lo ha spinto a non essere presente a Genova,  ed il premier è in questo particolarmente chiaro: “A Genova non sono andato perché non ci andava di andare a fare la passerella. Mi è preso un senso di rispetto per questa gente e chi è andato lì cercando do fare campagna elettorale ha sbagliato, e quelli che fanno campagna elettorale permanente, alla fine vengono contestati anche loro. La cosa che mi manda fuori di testa è che è la seconda volta che accade. Tre anni fa a Genova politici hanno fato una sfilata per dire che le cose sarebbero state messe a posto”. Cosa che in realtà non è accaduta e Renzi fissa alcuni step operativi, a partire dall’utilizzo dei fondi già destinati per le opere di contenimento dei fenomeni alluvionali, sui quali verrà fatta chiarezza, a partire dall’individuazione di chi ha bloccato il tutto, ben trincerato nei “problemi di burocrazia”. Fatto questo, e tangibilmente, sarà poi a Genova. Assicura che si occuperà di chi ha subito danni irreparabili alla sua piccola attività imprenditoriale e che riceverà,  in linea diretta, aiuti economici per ripartire. Si tocca poi la tematica relativa ad i matrimoni gay, che verranno definiti  “unioni civili”, e garantiranno alcune dovute garanzie, ben ispirati dalla legge tedesca: “La legge alla tedesca è un buon punto di mediazione e consente di far avere alle persone dello stesso sesso i diritti civili. Parliamo del diritto di assistenza al compagno ammalato e di altro.  I tempi? Subito dopo la riforma elettorale, che è leggermente slittata ma ragionevolmente andrà entro l’anno, la proposta già pronta comincerà l’esame dal Senato. Il tema dei diritti civili è un tema sul quale ci sono tantissime polemiche, in alcuni casi ideologiche, in altre legate alla paura.  A noi servono regole serie,  c’è chi vorrebbe l’equiparazione pura con il matrimonio, altri che dicono non toccate niente,  arrivando all’aberrazione che uno non possa andare a trovare il compagno in ospedale. Faccio un appello,  capisco le opinioni diverse ma su questo tema evitiamo di aprire l’ennesima polemica ideologica. La proposta alla tedesca è un giusto punto di sintesi”. In quanto tempo questo avverrà, chiede la D’Urso. Tutte le riforme, da quella elettorale a quella per i diritti civili, entro dicembre? “Se potessi farlo da solo sì, ma quella si chiama dittatura”, risponde il premier. Il tutto si chiude con un  siparietto musicale. Al termine dell’intervista del presidente del Consiglio la conduttrice chiede a Renzi se conosce Nino D’Angelo, ospite della puntata proprio dopo il premier. “Come no!”, risponde Renzi,  che poi  sottolinea: “Se mi domandi quale è il mio cantante preferito dico Guccini”. Quindi è lo stesso Renzi a presentare D’Angelo: “ora arriverà Nino D’Angelo, il collega cantante di Guccini”.

Cocis

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