“L’Uomo che guarisce i morti”, a Spazio al Sud

Una vera “chicca” del Caffè Letterario di “SPAZIO al SUD”, condotto dalla giornalista Milena Privitera, è quella prevista per sabato 11 luglio, alle ore 18:30, all’Hotel Isabella di Taormina. Sulla panoramica terrazza dell’albergo, con magnifica vista sul Teatro Antico e sui tetti della città, il taorminese DOC Stefano Veroux , reduce dal successo de “La Rocca delle Ingrate”, presenterà, infatti, “L’Uomo che guarisce i morti”, spumeggiante testo siculo-italiano ambientato a Chianchitta, frazione della famosa cittadina turistica, Almoetia ( guarda caso l’antico nome arabo di Taormina!) che ritrae, con sapienti pennellate e caustiche descrizioni, una galleria di “personaggi” tipici del luogo, in un turbinio di situazioni ed accadimenti comico – grotteschi. La maestra di scuola timorata di Dio, il becchino faccendiere, una schiera di “amiche” rigorosamente zitelle e pettegole, il farmacista, il sindaco, il medico di famiglia, un marito geloso ed una bellissima “moglie” che donna è solo in parte. Insomma, una passerella di varia umanità, dove uomini e donne esibiscono tratti e caratteri definiti, archetipi di una comunità provinciale vista con affettuosa ironia e per ciò stesso per certi versi volutamente esasperati, come se ognuno di essi fosse l’immagine “rifratta” da uno di quegli specchi deformanti dei Luna Park di una volta. Come il protagonista, Salvatore Zappulla, edicolante di professione che, rimasto orfano, vive con i nonni paterni e la sorella, e, da buon maschio siculo, ha il chiodo fisso delle donne di cui parla e parla, ma con cui non sempre conclude… o Turi Schedina, classico vitellone di provincia, o la nonna Assunta Caronia, sempre ansiosa e apprensiva, specialista di squisiti manicaretti e nel trattare il nipote ultratrentenne come se fosse ancora un ragazzino, o ancora l’affascinante, e due volte vedova, Catena Intelisano, trapiantata a Milano da anni, che accetta l’invito di Salvatore di una voluttuosa, ferragostana, gita in spiaggia, incurante dei nuvoloni in arrivo… Nuvoloni da cui partono fulmini e saette… E fu così che “Oggi, 15 agosto, alle ore 11:11, è stato ricoverato d’urgenza presso codesto ospedale Salvatore Zappulla, fu Ignazio, vittima di fulminazione. Da una prima ricognizione il paziente risulta in discrete condizioni ma la prognosi al momento resta riservata…il degente è tenuto in coma farmacologico…”. E fu, ancora, così che Salvatore si ritrova non solo vittima della “fulminazione”, ma, a seguito di ciò, anche di una scomoda, imbarazzante, forma acuta di “priapismo” e, come se ciò non bastasse, con la gente convinta che sia dotato di tali poteri taumaturgici miracolosi che un suo semplice tocco può… risvegliare anche i morti.
Ironico e scorrevole, con quel pizzico di grottesco unito all’assurdo che rende pirotecnici i vari personaggi, il romanzo,  suddiviso in tre parti – vita, morte e miracoli – con brevi capitoli dai titoli esplicativi tratti da famosi aforismi, è il quadro brillante ed irriverente della provincia siciliana, metafora di quella italiana: “un viaggio – come dichiara l’autore – spero divertente, fra le credenze popolari, le superstizioni ed il senso religioso che caratterizza la nostra sana e divertente provincia”. Naturalmente, Stefano Veroux, con la consueta formula di rito alla fine del libro tiene a ribadire come “ogni riferimento a persone, luoghi esistenti, e fatti realmente accaduti è puramente casuale”. Per chi è della zona, però, i riscontri con la realtà risultano tanti, facili e decisamente esilaranti!

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