Lavoro, Istat: sale il tasso di disoccupazione al 12,7%. Male i giovani

ROMA – Cresce il tasso di disoccupazione a giugno, rispetto al mese precedente. Male, e molto, i giovani. Secondo l’Istat, che ha diffuso oggi i dati provvisori sul lavoro, il tasso di disoccupazione è cresciuto di 0,2 punti, arrivando così al 12,7%. Quanto a quello dei 15-24 anni, sale a giugno al 44,2% e tocca il livello più alto dall’inizio delle serie storiche mensile e trimestrali, nel primo trimestre 1977. Si riduce però il tasso di inattività di 0,2 punti fino al 74%. Neppure il programma Garanzia Giovani è servito ad arginare la disoccupazione giovanile, nonostante, spiega Assolavoro, “sei agenzie per il lavoro operanti in Italia, che rappresentano oltre il 70% del fatturato complessivo di settore, hanno preso in carico 11.513 giovani, il 46,7% dei quali, pari a 5.382 persone, ha avuto accesso a un’esperienza di lavoro (subordinato o tirocinio)”.
In generale, evidenzia l’Istituto di statistica, a giugno ci sono 22 mila occupati in meno rispetto a maggio (-0,1%) e 40 mila in meno rispetto allo stesso mese del 2014 (-0,2%) (ad aprile c’era stata però una crescita dello 0,6%).
Anche a livello trimestrale non va meglio. Nel secondo trimestre infatti sono in crescita sia il tasso di occupazione sia il tasso di disoccupazione rispetto ai tre mesi precedenti. L’Istat rileva un aumento per entrambi di 0,1 punti, a fronte di un calo del tasso di inattività (di 0,2 punti).
Sono stime, queste, confermate anche dall’Eurostat secondo cui la disoccupazione giovanile in Italia sale rispetto a maggio, passando da 12,5% a 12,7%, mentre nell’eurozona l’indice rimane fermo all’11,1%.
Sono dati che però non preoccupano il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Il tasso mensile di giugno (22.297 mila unità) “segnala una diminuzione di 22 mila unità su base mensile”, spiega, ma al contempo “fa registrare comunque un incremento del numero degli occupati di 33 mila unità rispetto alla fine dello scorso trimestre”. Di conseguenza, secondo il ministro, “il tasso di occupazione rimane sostanzialmente invariato”.
“Il dato sull’occupazione – ha spiegato invece il Premier – continua ad avere aspetti positivi e negativi, straordinario ad aprile e poi negativo sia a maggio che giugno, che non pregiudica il segno più ma ovviamente dimostra che c’è ancora molto da fare”. E’, ha spiegato poi, “abbastanza comprensibile perché l’occupazione è l’ultima cosa che riparte dopo un periodo di crisi”.

Alessandro Moschini

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