Italian Health Minister Beatrice Lorenzin speaks during a a joint press conference with Tonio Borg, European Commissionner in charge of Health (not pictured), at the end of the EU Health Ministers informal meeting in Milan, Italy, 23 September 2014. ANSA/ MATTEO BAZZI

Il governo vuole riorganizzare la Sanità. Oggi le misure al Senato

Oggi arriva in aula al Senato arriva un pacchetto di emendamenti al decreto Omnibus enti locali già concordato con le Regioni. Il governo è a caccia di 10 miliardi per coprire le misure della prossima legge di Stabilità ed è molto probabile che una parte dei fondi venga dalla Sanità.  Il ministro Beatrice Lorenzin informa che non ci saranno tagli lineari ma solo risparmi derivanti dall’efficientamento del sistema del  Servizio Sanitario Nazionale. In pratica viene ripercorso quanto affermato da Yoram Gutgeld che spiegava che i fondi per abbassare le tasse arriveranno dai tagli alla sanità: “Nella prossima legge di stabilità non è previsto nessun taglio lineare alla sanità ma solo un efficientamento del sistema, che produrrà risorse da destinare al miglioramento dei servizi, anche se una parte potrebbe essere usata per il taglio delle tasse. Io mi batto perché le risorse rimangano nel sistema poi si possono inquadrare nell’andamento della finanza pubblica, se si riducono le tasse è evidente che questo è un beneficio di tutti. Una parte potrà andare nel ridurre le tasse ma il resto va a personale, ricerca e nuove tecnologie, e in generale a migliorare i servizi. Ricordo che nello scorso Patto eravamo riusciti a lasciare le risorse per il Fondo Sanitario Nazionale ma le Regioni hanno deciso di tagliare. Nella legge di stabilità non ci dovrebbero essere sorprese e mi aspetto la possibilità di inserire norme che ci permettano di attuare questo programma di riforma.   Nella sanità non c’è più spazio per i tagli lineari, ma restano grandissimi margini di efficientamento del sistema. Rendere il sistema più efficiente migliora la qualità del servizio, mentre servizi inefficienti producono grandi danni per i cittadini”.  Le misure previste da Gutged riguardano tra le altre cose gli acquisti di beni e servizi e l’appropriatezza delle prescrizioni. Il commissario declina tutte le misure contenute nel Patto della Salute. Gli interventi sono tutti in base ai contenuti del Patto, dalla maggiore efficienza alla lotta alla medicina difensiva e alla trasparenza dei dati. Dalle misure del Patto possono venire dieci miliardi di euro in 3-4 anni mentre inappropriatezza prescrittiva e medicina difensiva pesano per ben 13 miliardi l’anno. Cifre che possono essere utilizzate per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica. In ballo c’è un pacchetto di misure per 2,3 miliardi nel 2015, altrettanti nel 2016 e nel 2017. Importanti, e in qualche caso dolorosi, i provvedimenti che riguarderanno direttamente i cittadini. In primo luogo c’è il taglio delle prestazioni specialistiche non necessarie. Il ministero della Salute con un imminente decreto stilerà la lista delle situazioni e patologie dove analisi e approfondimenti sono necessari, se si è fuori della lista si pagherà di tasca propria. La norma prevede anche una stretta sui medici perché il principio che ispira la razionalizzazione è che bisogna frenare il fenomeno della cosiddetta ‘medicina difensiva’messa in atto da medici che elargiscono con facilità analisi e controlli. Identico schema per i ricoveri per riabilitazione con revisione delle tipologie in base alla appropriatezza e pagamento percentuale oltre i giorni di degenza previsti dalle nuove soglie. Le prestazioni erogate ogni anno dal settore pubblico o privato sono circa 200 milioni e l’obiettivo sarebbe quello di ridurle del 15 per cento con il taglio di circa 28 milioni di prestazioni l’anno. Da questa operazione verrebbero risparmi per 198 milioni di euro l’anno. Per la questione degli ospedali è previsto, oltre al controllo delle strutture in rosso, l’azzeramento dei ricoveri nelle case di cura convenzionate con meno di 40 posti letto, la riduzione della spesa del personale a seguito del taglio della rete ospedaliera, la riduzione della degenza media e del tasso di ospedalizzazione. Si parla di 210 milioni di tagli all’anno. La gran parte dei risparmi verrà tuttavia dalla rinegoziazione dei contratti di acquisto di beni e servizi. Inoltre sarà costituito presso il ministero della Salute un osservatorio sui prezzi dei dispositivi medici il cui costo non potrà comunque superare il tetto del 4,4 per cento. In più, una delle misure su cui l’esecutivo punta molto è quella della riduzione, e di un uso più intensivo, delle centrali d’acquisto insieme a una accelerazione sui costi standard per i Comuni. Le 34 stazioni appaltanti individuate da gennaio dovrebbero gestire le grandi gare di enti locali e amministrazione centrale. In realtà  la sanità in Italia è sotto finanziata con un parco tecnologico, ed edilizio, in parte obsoleto ed ha bisogno di investimenti. Se i ricavi dell’efficientamento non vengono reinvestiti entro pochi anni si avrà un crollo di efficacia dei servizi. a La spesa sanitaria è sotto controllo ed il settore dei dispositivi è particolarmente toccato dall’ultimo accordo Stato-Regioni, che prevede l’introduzione del payback, il ripiano dello sfondamento dei tetti di spesa da parte delle aziende, e la rinegoziazione dei contratti. Se dovessero passare le norme proposte si produrrebbe una ‘tassa’ del 6% sul fatturato in grado di mettere in ginocchio il settore. Diverso è il richiamo a una maggiore efficienza su cui si può non essere d’accordo.

Roberto Cristiano

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