Il caso Tutino al comune di Roma…

 

Il consigliere della Corte dei conti Salvatore Tutino si fa da parte nella corsa a ricoprire il ruolo di assessore al Bilancio del comune di Roma. A raffreddare la disponibilità a far parte della squadra della sindaca Virginia Raggi l’accusa di far parte della casta,  che gli è stata mossa da alcuni esponenti grillini a cominciare da Roberto Fico. ‘Era una delle persone che stavamo esaminando, ma il nome arriverà presto’, ha detto la sindaca di Roma commentando la notizia del passo indietro di Tutino all’uscita dal Campidoglio.  La verità è invece che Tutino ha deciso di ritirarsi dalla corsa perché la sindaca temporeggiava nella nomina: ‘L’8 settembre sono entrato in Campidoglio da una porta secondaria. Ho visto la sindaca, parlato con consiglieri, assessori. Il 9, il giorno dopo, ho dato la mia disponibilità. C’era una email da fare alla Corte dei Conti, era sbagliata, e l’ho corretta. Doveva partire, ma non è successo niente’. La sindaca  non  voleva infilare il suo nome in un pacchetto di nomine, visto che la mail che chiedeva di mettere in aspettativa il magistrato della Corte dei Conti serviva ad assicurarne la disponibilità,  e quindi si poteva mandare fin da subito. La Raggi era a conoscenza che   erano arrivate molte critiche nei confronti del suo nome per quella nomina effettuata dal governo Letta,  e attaccata da Di Battista e altri all’epoca,  e da Roberto Fico e Carla Ruocco di recente. Tutino ha atteso la chiamata di Andrea Mazzillo, responsabile dell’attuazione del programma del Campidoglio, con il via libera all’incarico, che però non è arrivata. Così, stanco di aspettare da una settimana la formalizzazione di una nomina, esposto al fuoco di fila delle dichiarazioni di alcuni parlamentari 5 Stelle, il giudice della Corte dei Conti ha ritirato la sua disponibilità. In Assemblea Capitolina filtra imbarazzo, con l’aula finora alle prese solo con la votazione di piccole mozioni,  in assenza di delibere qualificanti prodotte dalla giunta, finora appena 34, di cui metà dedicate ai contratti di staff. Senza assessore al Bilancio manca la figura politica di riferimento capace di indirizzare gli impegni di spesa, a partire dai servizi pubblici. Entro il 30 novembre l’aula dovrà votare l’assestamento di bilancio, la prima vera manovra economica della giunta Raggi, il documento che più di ogni altro chiarisce le scelte politiche del Campidoglio. Tutino in un’intervista a ‘Repubblica’  racconta di aver incontrato giunta, consiglieri e sindaca una settimana fa: ‘Ho visto la sindaca per la prima e unica volta una settimana fa. Con lei c’erano una platea di persone, tra consiglieri e assessori. È stata un’allegra chiacchierata, mi hanno fatto domande sul mio curriculum che, per altro, hanno da molto tempo’. Il nome di Tutino sui giornali è comparso per la prima volta venerdì scorso, ovvero cinque giorni dopo l’incontro descritto dal magistrato della Corte dei Conti. Tutino è stato chiaro: ‘Bisogna tenere conto delle aspettative della Lombardi, delle frasi della Ruocco, delle parole di Fico? Ho visto i loro curriculum, sono un po’ perplesso.  Gente che grazie a qualche click di mouse sta dove sta’.  La Raggi e la sua giunta  si trovano quindi  bloccati con l’assestamento di bilancio alle porte. E  sono talmente avvelenati da non aver nessuno di credibile a cui dare la colpa. Per questo il vicesindaco Frongia in un’intervista alla Stampa prova a prendersela per l’ennesima volta con i giornali ed i giornalisti: ‘Come ha detto la sindaca, era solo un’ipotesi, tra l’altro costruita sui giornali che fanno e disfano come vogliono’. E mentre nella Capitale si consuma lo scontro tra vecchia guardia e nuova generazione del Movimento, Beppe Grillo su Twitter invita i suoi a frenare le dichiarazioni sulla questione romana per arginare le polemiche.

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