Ignazio Marino e la ‘farsa capitolina’

Ignazio Marino, dimissioni annunciate ma non ancora ufficiali. Il vicesindaco Marco Causi aveva annunciato che Marino aveva formalizzato le dimissioni facendo scattare così i 20 giorni: ‘La deadline per ritirarle o meno è il 29 ottobre’. Ma Causi è stato smentito dalla presidente del Consiglio Comunale, Valeria Baglio, che ha precisato che non appena sarà depositata la lettera di dimissioni ne sarà data comunicazione ufficiale. Ovviamente la lettera non è stata protocollata. L’iter previsto dalle norme in fasi come quella che sta attraversando l’Amministrazione di Roma Capitale è chiaro. L’articolo 53 del TUEL sull’Ordinamento degli Enti Locali dice che le dimissioni diventano efficaci e irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al Consiglio, vale a dire da quando vengono protocollate, precisa ancora la presidente dell’Assemblea Capitolina, Valeria Baglio. Il sindaco, quindi, non è ancora un ex. In Campidoglio fanno sapere che le dimissioni verranno formalizzate lunedì 12 ottobre. Si fa strada la sensazione che Marino voglia provare ancora a resistere, o in ogni caso a prendere tempo. In poche ore , come da copione, è scattato il toto-nomi. In pole position nella successione a Marino i grillini, che potrebbero schierare Alessandro Di Battista. Ma non è l’unico, visto che la deputata romana Roberta Lombardi ha confidato a ‘La Zanzara’ che le piacerebbe fare il sindaco di Roma, salvo poi spiegare che da parlamentare la candidatura sarebbe incompatibile. I sondaggi dicono che se si votasse domani il primo cittadino romano avrebbe i galloni Cinque Stelle. Nel centrodestra da settimane e settimane  si fa il nome di Giorgia Meloni, che finora ha sempre glissato, e lo ha fatto anche in diretta tv, dal salotto di Barbara D’Urso.  Matteo Salvini  e Giovanni Toti hanno fatto il nome della bionda leader di Fratelli d’Italia alla successione di Marino. Meloni dice di aver letto la lettera di Marino che contiene la minaccia ai romani del ritiro, entro 20 giorni, delle sue dimissioni. ‘Una vergogna infinita. Il Pd dimostri di non essere disposto davvero a prolungare strumentalmente l’agonia di questa amministrazione firmando insieme ai nostri consiglieri le dimissioni immediate. Solo questo atto eviterà al marziano di continuare a restare sindaco’, scrive su Facebook. Da mesi scalda i muscoli Alfio Marchini. Per non perdere tempo  l’imprenditore con il cuore che batte a sinistra e molto amato dal ‘generone’ romano ha messo in piedi la sua lista civica . In casa dem si parla molto di Roberto  Giachetti, ma lui, radicale della prima ora, movimentista doc, oggi democratico modello, non ne vuole sentir parlare. Tra i nomi anche quello di Marianna Madia, ministra della Pubblica amministrazione, e del presidente del Coni,  Giovanni Malagò, che scarta a priori questa possibilità.

Cocis

 

 

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