I detenuti di Rebibbia sull’isola di Checov

La Stagione di Progetti 14-15 firmata dal direttore Antonio Calbi continua nel segno dei Teatri di Comunità con  la Compagnia del carcere romano di Rebibbia. I detenuti-attori lasciano il teatro del penitenziario per debuttare sul palcoscenico del Teatro Argentina di Roma con “Viaggio all’isola di Sakhalin”, la pièce liberamente ispirata a Anton Cechov ed Oliver Sacks, in scena venerdì 19 e sabato 20 settembre.  Un percorso culturale per un teatro come agorà della polis che, ancor prima che sulla scena, si declina e si riverbera sulla città per favorire l’inclusione delle diverse generazioni e comunità che la costituiscono.  Ad interpretare “Viaggio all’isola di Sakhalin”,  spettacolo ideato e diretto da Laura Andreini Salerno e dalla drammaturga Valentina Esposito, il cast di trenta detenuti-attori della Compagnia del Reparto G8 del carcere di Rebibbia che scontano pene di lunga durata, alcuni l’ergastolo. Sulla scena il racconto di viaggio dell’esperienza che Anton Cechov,  nell’esercizio della sua professione di medico,  fece alla fine dell’Ottocento visitando l’isola-prigione Sakhalin, la colonia penale per gli ergastolani posta all’estremo oriente della Russia. Allo sconvolgente reportage cechoviano sulle condizioni di detenzione, si intreccia una delle più sorprendenti esperienze dello scienziato cognitivo Oliver Sacks. Lo spettacolo intreccia dramma e commedia, seguendo la traccia del medico che prova a sconfiggere, con la passione dello scienziato-missionario, quel male terribile che è la “cecità degli affetti”: il male che colpisce in ogni tempo, luogo e condizione, coloro che vivono reclusi e privati delle fondamentali relazioni umane e affettive. In una lettera dalla Siberia, del 1890, Cechov scriveva: “Io sono profondamente convinto che tra cinquanta o cento anni si guarderà alla pena dell’ergastolo con la stessa perplessità e imbarazzo con cui oggi guardiamo all’applicazione della tortura.  Per cambiare questa eterna prigionia con qualcosa di più razionale e rispondente a giustizia, ci mancano ancora le conoscenze, l’esperienza, il coraggio”. I detenuti-attori di Rebibbia varcano le soglie del Carcere per ritornare sul palcoscenico del Teatro Argentina e rivivere un’esperienza di straordinaria rilevanza etica, culturale, sociale, che si rinnova dopo la messinscena dell’anno precedente dello spettacolo La Festa di Laura Andreini Salerno e Valentina Esposito, con giovani attori e detenuti attori riuniti in un’unica grande compagnia di oltre 40 elementi.  In accordo con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e la Direzione della C.C. Roma Rebibbia N.C., si offrono ai cittadini reclusi laboratori di formazione e corsi di specializzazione ai mestieri dello spettacolo.

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