Germania campione del Mondo! Decide Mario Gotze

Mario Gotze è l’uomo della storia e della provvidenza per la Germania che nella notte di Rio de Janeiro, nel tempio del “Maracanà”, si laurea campione del Mondo per la quarta volta nella sua storia. Decide uno dei ragazzi più criticati e più deludenti, un ragazzo partito titolare e finito in panchina dopo alcune prove incolore. Decide proprio lui (dopo essere subentrato a Klose nel finale) al 113′ con un tocco di sinistro al volo, sopraffino come la sua classe indiscutibile. A servirlo Schurrle, anche lui uscito dalla panchina a dimostrazione che la forza della Germania è stata ed è uno straordinario collettivo dove non ci sono superstar o prime donne ma una serie infinita di campioni eccezionali, per lo più tutti o quasi giovanissimi che possono aprire un ciclo da sogno. È il trionfo del calcio tedesco, di un sistema che, dopo le delusioni sul finire degli anni ’90, si è rinnovato programmando e puntando tutto sui giovani, sui vivai e sull’integrazione e che, dopo un secondo posto e due terzi posti, finalmente riesce a salire sul tetto del Mondo confermandosi ancora una volta la bestia nera dell’Argentina, battuta nella finale di “Italia ’90” e nei quarti sia nel 2006 che nel 2010. E questa volta la sconfitta per la Seleccion fa ancora più male perchè arriva in Brasile, in una sceneggiatura che sembrava un sogno e si è trasformata nell’incubo peggiore. E poi perché l’Argentina non aveva mai giocato bene come stasera e ha avuto tante occasioni per portare a casa la Coppa con Messi, Palacio e soprattutto Higuain su cui peserà chissà per quanto tempo l’occasione fallita al 20′ a tu per tu con Neuer. Il sogno di Messi di elevarsi allo stesso livello di Maradona rimbalza su una Germania stasera spenta, anche fortunata ma dannatamente efficace nel momento decisivo, straordinariamente “cattiva” nel punire la prima e forse unica distrazione della difesa argentina che ha dimenticato Gotze nel cuore dell’area dopo un Mondiale impeccabile. Ma comunque sia arrivata va detto che, a parte stasera, la Germania lo stramerita per il Mondiale fatto e per il ciclo pluriennale di cui abbiamo parlato poco fa. E veniamo alla partita. Pronti via e Sabella sorprende tutti piazzando Perez a sinistra e Lavezzi a destra per sfruttare la minore mobilità di Howedes. Ma quello che sorprende di più è l’atteggiamento dell’Argentina perché chi si aspettava la solita partita di contenimento con la Germania a imbastire il suo solito tiki taka viene subito smentito da un’Albicelste intraprendente che sfiora a più riprese il gol. Il primo avvertimento porta la firma di Higuain, imbeccato da Lavezzi, il cui destro attraversa tutto lo specchio. Proprio il Pipita al 20′ ha una colossale occasione per sbloccare la finale, un’occasione quasi casuale perché è Kroos che firma l’assist con un colpo di testa scellerato che lancia l’attaccante del Napoli davanti a Neuer. Higuain potrebbe anche avanzare ma decide di calciare al limite dell’area visto il rimbalzo perfetto e invitante del pallone ma il bomber argentino smentisce la sua fama e calcia incredibilmente a lato. Peserà tantissimo questa errore sul destino e la storia di questo Germania – Argentina. Al 29′ Higuain però si rifà e trova il gol che significherebbe redenzione, urla di gioia rabbiosa quasi per scrollarsi di dosso il pensiero e il rimorso per l’occasione fallita ma è l’unico o quasi a non accorgersi che è fuorigioco. Comunque le ripartenze argentine sono letali per la Germania che, dopo aver perso Khedira nel riscaldamento perde anche il sostituto Kramer stordito da una spallata involontaria di Garay. Entra Schurrle e Loew ridisegna i suoi con un 4 – 2 – 3 – 1 molto offensivo. Sul gol annullato ad Higuain è Messi ad avviare l’azione e Lavezzi a rifinire ma le parti si invertono cinque minuti dopo con la solita devastante accelerazione di Lavezzi che spacca in due la Germania. Il Pocho serve Messi il cui assist per Higuain è deviato provvidenzialmente in angolo. La prima vera occasione tedesca la firma Schurrle con un destro secco dal limite su cui vola Romero ma sarebbe stato fuorigioco di Ozil ad invalidare tutto. Ed ancora Messi, che per tutta la partita si è acceso ad intermittenza, al 40′ sfugge a Hummels che però tocca il pallone prima della conclusione della Pulga permettendo il recupero di Boateng che anticipa Lavezzi che arrivava a mille pronto a spingere il pallone in rete. Primo tempo quindi a chiare e forti tinte biancazzurre ma al 45′ la Germania va a un centimetro dal gol con lo stacco imperioso di Howedes il cui colpo di testa si stampa sul palo. Un po’ a sorpresa nella ripresa non rientra in campo Lavezzi, al suo posto Aguero. L’Argentina perde tanto e infatti il secondo tempo sarà di marca tedesca ma prima, al 47′, è Messi che potrebbe scrivere il suo nome nella storia. Lo serve Biglia e “El diez” lascia impietrito Neuer ma chiude troppo l’angolo e la palla va a fare la barba al palo. Senza il dinamismo del Pocho l’Argentina non riparte come prima e quasi non ripartirà più e la Germania guadagna metri su metri pur senza confezionare grande occasioni se non all’81esimo con Ozil che fugge a destra e intelligentemente, con la difesa che si schiaccia, vede e serve Kroos che arriva a rimorchio al limite ma il centrocampista tedesco dalla sua mattonella calcia debolmente a lato. I supplementari partono a razzo con Schurrle che da solo dal cuore dell’area calcia centrale addosso a Romero che respinge con i pugni, quindi dal’altra parte Hummels (che difensore, che Mondiale il suo!) stronca un pericolosissimo tre contro due e sempre in contropiede Palacio, come Higuain ad inizio partita, chiude troppo l’angolo. Nulla in confronto all’occasione che capita sui piedi dello stesso Trenza al sesto con l’attaccante dell’Inter che solo all’ingresso dell’area stoppa non benissimo e allora prova a superare Neuer in uscita con un pallonetto che si spegne a lato. Neuer non para ma la sua uscita è decisiva nella misura in cui chiude lo specchio all’attaccante. E arriviamo al 113′, al momento decisivo. Schurrle riparte a sinistra stranamente indisturbato e mette in mezzo; Garay e Demichelis per una volta si distraggono, allargano le maglie e in mezzo a fari spenti arriva Gotze che stoppa di petto e al volo di sinistro beffa Romero. È il gol decisivo, il gol della storia, il gol della quarta Coppa del Mondo. Non siamo più soli alle spalle del Brasile, la Germania ci raggiunge. Forse è un segnale. Nel momento più nero della nostra storia calcistica bisogna avere il coraggio di osare e cambiare e, anche se patriotticamente fa male dirlo, bisogna imitare i tedeschi, il loro sistema e la loro programmazione. La Germania sale sul tetto del Mondo, ma questa giovane Germania rischia di rimanere lì non solo per quattro anni.

Sebastiano Borzellino

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