Eric Clapton compie 70 anni

 “Slowhand” compie 70 anni, Eric Clapton, il più versatile di quella straordinaria generazione di chitarristi inglesi nati nella prima metà degli anni ’40, domani ne compirà 70, con più di 30 di carriera sulla sei corde.  Per Clapton la chitarra non ha segreti, passa dall’adorato blues di Robert Johnson alla musica indiana di Ravi Shankar  al jazz con Wynton Marsalis con una naturalezza che non ha eguali. Il regalo, per noi, è “Forever Man”: un cofanetto con 51 tracce che coprono 30 anni di carriera. Stanco delle turnée , nel giugno 2014, ha dichiarato: “Ci sono un sacco di cose che vorrei ancora fare, ma sto pensando anche alla pensione. Penso di potermi permettere ancora di registrare ma non voglio diventare imbarazzante sul palco, la mia vera battaglia sono i viaggi se potessi solo suonare nei paraggi, potrei anche andare avanti”. Individualista e insofferente. nelle band con cui ha lavorato, ebbe l’inizio folgorante con i Bluesbreakes di John Mayall, poi furono gli Yardbirds,  dove suonò con Jimmy Page, poi i mitici Cream, la prima super band della storia, e ancora la bellissima esperienza con Ginger Baker, Steve Winwood, and Ric Grech: i Blind Faith.  Poi Delaney & Bonnie, Derek & The Dominos, dove suonò con un altro mito delle sei corde, Duane Allman. Tutte brevi esperienze, flash di una vita da bluesman. Anche il rifiuto ai Beatles racconta il personaggio, troppo amico di Harrison per prendere il suo posto. vLa vita gli ha riservato anche molte amarezze: la scoperta di essere stato cresciuto dai nonni e non dai genitori, che quella che era accanto a lui era la madre e non la sorella. Il padre mai conosciuto, la droga e l’alcolismo che lo stavano distruggendo, anche per il rimorso di essersi innamorato della moglie di George Harrison che gli ispirò “Layla”.  Ma ne uscì, e il mondo del rock si mobilitò per rimmetterlo in corsa. Ma la vita gli riservava l’ultimo dolore, la morte assurda di Connor, il figlio avuto da Lori Del Santo, precipitato dalla finestra di un grattacielo. E scrisse “Tears In Heaven”, un grande successo. Da sempre è, e sempre sarà “Slowhand”, per il tocco fluido sulle sei corde e per la chiarezza del fraseggio e del riff.

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