Emmanuel e Brigitte, coppia vincente per la presidenza della Francia

Due anni e mezzo fa il presidente francese François Hollande scelse un suo giovane e sconosciuto consigliere e lo fece diventare ministro dell’Economia. Oggi Emmanuel Macron è diventato uno dei due candidati,  insieme a Marine Le Pen,   che si contenderà la presidenza della Francia nel ballottaggio del 7 maggio, ottenendo al primo turno più voti dei candidati dei partiti tradizionali francesi e  più voti della stessa Le Pen. Macron si dimise da ministro nell’agosto del 2016 e aveva mostrato da subito di voler trovare maggior protagonismo nella politica francese: quando si è candidato da indipendente, però, pochi gli davano delle possibilità, soprattutto per le cose molto europeiste che Macron diceva in tempi in cui sono popolari soprattutto idee di altro tenore.

Macron ha una storia politica breve nel centrosinistra, ma evita le definizioni e dice di non essere ‘né di destra né di sinistra’ e  durante la campagna elettorale è stato definito ‘liberale di centrosinistra’, ‘centrista’ e ‘moderat’”. È giovane,   ha 39 anni,   ed è un oratore carismatico, suona il pianoforte e, come scrisse Bloomberg a settembre, ‘mescola apprezzamenti alle riforme di mercato con appelli all’unità sociale’. Si è formato alla École nationale d’administration concludendo gli studi nel 2004, ha lavorato in una banca d’investimento e per questo Le Pen lo ha accusato di essere espressione di una ‘elite globale’ che vuole controllare la Francia. Dal 2006 al 2015 è stato iscritto al Partito Socialista.

Quando era ministro, Macron era stato definito da diversi giornali francesi il più liberale della squadra di governo e la sua prima proposta di legge sulle liberalizzazioni aveva da subito fatto molto discutere. Il suo nome è infatti legato alla legge che avrebbe dovuto mettere fine alla settimana lavorativa di 35 ore in Francia, che però poi è stata ammorbidita a tal punto da far scrivere allo storico François Huguenin su Le Figaro che ‘la sua timidezza ha tradito ogni pretesa di riforma’. Macron si era  dimesso da ministro il 30 agosto 2016. Dopo le dimissioni ha fondato un suo partito di centro che si chiama En Marche!

Macron si è ufficialmente candidato a metà novembre ed  i suoi comizi in campagna elettorale sono sempre stati affollatissimi, e senza i pullman organizzati di solito per i candidati dei partiti tradizionali.

Lo scorso novembre Macron ha pubblicato un libro che si intitola Révolution, e in cui doveva essere contenuto il programma politico alla base della sua candidatura alle presidenziali. In realtà il libro indica soprattutto la linea politica di Macron senza entrare nei dettagli delle riforme che vorrebbe proporre e sostenere. Macron si rivolge al ‘campo progressista’ degli elettori e delle elettrici che non si identificano in modo monolitico né con la destra né con la sinistra: si rivolge a ecologisti, liberali, centristi, socialdemocratici, ma soprattutto a chi non sente di avere un’affiliazione politica precisa. Ha proposto di rilanciare lo spirito imprenditoriale del paese facilitando le decisione di prendersi dei rischi durante le proprie carriere lavorative e difendendo un diritto universale alla mobilità professionale e,  a differenza della destra, non vuole la riduzione progressiva dei sussidi di disoccupazione.

 Dice che la Francia non può bastare a se stessa e che l’Europa unita è fondamentale sia nella lotta al terrorismo che per affrontare i flussi migratori. Pensa che la vera sovranità non sia nazionale ma europea, e che chiudere le frontiere per proteggere la Francia dai rischi della globalizzazione,  come propone Marine Le Pen,  sia un’ingenuità.

  Macron è salito sul palco per festeggiare il successo al primo turno delle presidenziali francesi e l’accesso al ballottaggio insieme alla moglie Brigitte, 25 anni più di lui e sua ex insegnante alle scuole superiori.  Il giovane enfant prodige della politica francese che non si allontana mai dalla sua Brigitte, sempre onnipresente, consigliera ascoltata e centrale nella campagna elettorale, ma muta in pubblico.

L’ex professoressa di francese rilegge i discorsi del marito, controlla gli articoli usciti sulla stampa, accoglie i giornalisti per le interviste, segue Emmanuel in ogni spostamento. Brigitte insegnava nel liceo di Amiens frequentato da Emmanuel. Si conobbero quando lui, 15enne, frequentava il corso di teatro che lei animava con un lavoro su ‘L’Arte della commedia’ di Eduardo De Filippo.  Brigitte non ha un incarico ufficiale nel movimento ‘In marcia’ creato dal marito. Ma è sempre al suo fianco, come accadeva quando Emmanuel era ministro dell’Economia con il presidente Francois Hollande.

Nel novembre 2015, lo stesso Macron aveva raccontato a Canal+ che la moglie era presente alle riunioni più importanti. ‘C’è perchè mi accompagna, perchè contribuisce ad un’altra atmosfera ed è importante, la sua opinione conta’, confessava Emmanuel.

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