epa04771910 Director of the International Monetary Fund (IMF), Christine Lagarde (L-R), US American economist Nouriel Roubini, and British Finance Minister George Osborne attend the symposium 'Towards a Dynamic Global Economy' in the Royal Palace in Dresden, Germany, 28 May 2015. Finance ministers and central bank governors from the seven leading western industrial states (G7) are meeting in the capital of Saxony from 27 to 29 May 2015. EPA/JAN WOITAS

Dossier Grecia sul tavolo del G7

Il copione della crisi greca già visto nei mesi scorsi rischia di ripetersi al G7, con gli Usa in pressing e l’Eurozona che cerca una soluzione all’ultimo minuto che eviti il peggio. Il dossier Grecia, quindi, ormai è chiaro, è finito di prepotenza nell’agenda del vertice dei ministri delle Finanze e governatori a Dresda che inizia oggi e finisce domani. La Grecia vuole un accordo entro domenica e Atene sta facendo del suo meglio per evitare un default e spera che una intesa sarà raggiunta molto presto. Tutti, anche i creditori, vogliono evitare un default del Paese. In assenza di un accordo rapido si potrebbero materializzare i rischi di un aggiustamento al rialzo dei premi sul rischio dei paesi dell’eurozona più vulnerabili. E’ l’allarme che lancia la Bce nel Financial Stability Review, sottolineando che la lunghezza e l’incertezza delle trattative portano estrema volatilità nella Borsa greca. L’accordo per sbloccare gli aiuti alla Grecia si avvicina, con Atene che parla di una bozza già sul tavolo dei negoziatori. Ma da Bruxelles trapela prudenza, mentre Berlino è apertamente scettica. Il negoziato finisce sul tavolo del G7 finanziario, dove il pressing degli Usa per un compromesso e la presenza del Fmi potrebbero imprimere un’accelerazione. “Abbiamo fatto passi avanti, siamo alle battute finali, l’accordo è vicino”, annuncia il premier Alexis Tsipras. Da Atene filtra che dal Brussels Group, che vede la Grecia da una parte e i creditori della ‘troika’ dall’altra, il negoziato sarebbe sfociato addirittura in una bozza di accordo con un documento che parlerebbe di una riforma alle aliquote iva e un abbassamento degli obiettivi di surplus primario per quest’anno, una mediazione, quindi, fra le richieste di Atene e quelle di Ue e Fmi. Mentre resterebbero fuori pensioni e mercato del lavoro, dove si cela un punto di attrito sul rialzo del salario minimo, cavallo di battaglia di Syriza.  Diverse fonti tecniche, da Bruxelles, dicono invece che l’accordo non è così vicino e che appare difficile entro il 5 giugno, data in cui Atene deve oltre 300 milioni di euro al Fondo monetario internazionale. Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, è particolarmente duro: se vuole restare nell’euro, Atene deve sottoscrivere il programma di risanamento concordato, come finora ha mostrato di non voler fare. E da Berlino trapela, tramite fonti governative, sorpresa per le affermazioni ottimistiche di Atene: “nella questione non siamo ancora andati molto avanti”. Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue, spiega che “ancora non ci siamo”, e anche se il negoziato fa progressi “restano ancora diverse aree da discutere compresi i target di bilancio”. Agli occhi della Germania, come filtra dai funzionari tedeschi che fanno da padroni di casa al G7, non sarebbe ancora in vista la “soluzione complessiva” che chiedono i creditori, mentre la Grecia si accontenterebbe di uno parziale in grado di sbloccare almeno una parte dei fondi attesi miliardi attesi. Ma prima dei negoziatori del Brussels Group, sulle cui conclusioni si esprimeranno poi i tecnici dei ministeri delle Finanze dell’Eurozona valutando se convocare un nuovo Eurogruppo, a muoversi è la politica. Difficile, per la cancelliera Angela Merkel e per i partner di Spagna, Italia, Francia, ignorare il pressing degli Usa che, non a caso, viene rinnovato proprio mentre comincia il G7 finanziario di Dresda. Prima di arrivare, facendo tappa a Londra, il segretario del tesoro Usa Jack Lew dà una bacchettata alla “politica del rischio calcolato”, con il rischio di un “incidente”, che l’Europa e Atene stanno portando avanti a un passo dal default greco. E invita tutti a fare un passo indietro, quindi al compromesso. Nella cittadina tedesca ci sono, oltre ai ministri, i vertici della Bce con Mario Draghi, quelli dell’Eurogruppo, il numero uno del Fmi Christine Lagarde, il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici. E’ l’occasione per un confronto di alto livello che potrebbe preludere a un’accelerazione, dopo le affermazioni di Atene che mettono a rischio il rimborso al Fmi tirando in ballo un possibile default ‘tecnico’ che potrebbe preludere al Grexit.

 

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