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Chiedevano il pizzo a un detenuto: arrestata a Palermo una intera famiglia

PALERMO – Padre, madre e figlia sono stati arrestati dai carabinieri di Palermo con l’accusa di tentata estorsione nei confronti di un detenuto. I militari della Compagnia di Bagheria hanno notificato un’ordinanza del Gip di Palermo che dispone una misura cautelare a Pietro Liga, 48 anni, alla moglie Rosa Costantino di 52 e alla figlia Maria Liga di 27 anni. Liga era già stato arrestato nel maggio 2013 nell’ambito dell’operazione di polizia ‘Argo’ e “successivamente condannato, in via definitiva, a 10 anni e 6 mesi di reclusione per estorsione, in quanto esponente della famiglia mafiosa di Bagheria”, dicono gli inquirenti. La moglie e la figlia sono invece agli arresti domiciliari.
L’indagine, diretta dalla Dda di Palermo, dai pm Francesca Mazzocco e Caterina Malagoli, si “è sviluppata attraverso complesse attività tecniche e servizi di osservazione a distanza – dicono i carabinieri – e ha fatto luce su numerosi episodi estorsivi” compiuti da agosto a ottobre 2014 “nei confronti di un detenuto, tra l’altro per fatti di mafia, nel braccio Libeccio del carcere ‘Pagliarelli’, ripetutamente minacciato da Liga”, e nei confronti della moglie del detenuto, “a più riprese estorta fuori dalla struttura carceraria” dalla moglie e dalla figlia di Liga.
L’attività ha consentito in particolare di acquisire a “carico degli indagati un quadro probatorio definito granitico nell’ordinanza che contiene due elementi di peculiare novità, significativi delle nuove dinamiche di ‘Cosa nostra’”, spiegano gli investigatori. “Anzitutto la vittima è un esponente dell’organizzazione criminale”, arrestato il 5 giugno 2014 nell’ambito dell’operazione ‘Reset’ con l’accusa di “essere organico al mandamento mafioso di Bagheria. La vittima, in seguito al suo arresto, era stata avvicinata all’interno della cappella del carcere Pagliarelli da Liga – dicono i militari – rimasto offeso da alcune esternazioni fatte dall’altro nei suoi confronti – intercettate e confluite nel provvedimento del fermo a suo carico – poiché ritenute lesive della sua dignità di ‘uomo d’onore'”.
Liga quindi ha intimato al detenuto di consegnargli “a titolo di risarcimento per l’offesa” 20.000 euro, minacciandolo in caso contrario di ritorsioni nei confronti dei familiari, spiegano gli inquirenti: “La richiesta veniva poi progressivamente ridotta, con il consueto metodo adottato da ‘cosa nostra’ nei rapporti con le attività imprenditoriali, a 2.500 euro”.

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