Caso Meredith, lo sfogo di Raffaele Sollecito

“Qualcuno ha detto che per la morte di Meredith l’unico a pagare sarà ora Rudy Guede ma io per sette anni ho avuto la vita sospesa, ho vissuto con la paura di essere arrestato sapendo di essere invece innocente”, dice in un’intervista  Raffaele Sollecito, assolto dalla Cassazione assieme ad Amanda Knox dall’accusa di concorso nell’omicidio di Meredith, sottolineando che niente potrà risarcirlo per quello che ha passato. “Non è facile neanche in questo momento riascoltare certe parole che sono riconducibili soltanto ad una terribile fantasia e che sono in realtà soltanto menzogne. Ho sempre cercato di rispondere alle accuse che mi venivano fatte con la verità delle prove. Nella documentazione dell’inchiesta di fatto non c’è nulla contro di me e Amanda. E quelle che sono state definite prove sin dall’inizio si sono rivelate degli errori. Per tutto questo tempo, aggiunge, ha vissuto con la paura di non poter avere un futuro, di non poter fare piani a lungo termine ma di essere costretto a pensare a spazi temporali che non superavano i tre giorni”. Sollecito dice di non aver mai pensato di allontanarsi dall’Italia, grazie alla fiducia di poter dimostrare, attraverso prove concrete la sua più totale innocenza”. La vicenda dell’omicidio di Meredith Kercher si chiude, dunque, con un unico punto fermo: riguarda Rudy Guede, il solo degli imputati che ha scelto il rito abbreviato e definitivamente condannato a 16 anni di reclusione.

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