Boschi attacca i politici che parlano male dell’Italia

“Trovo un po’ strano che ci siano dei politici italiani che quando vanno all’estero criticano così aspramente il nostro Paese. È normale nella dialettica politica che non si possano condividere tutte le scelte del governo e che ci critichino, fa parte della democrazia”,  ha detto il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, a Cernobbio intervenuta alla 16esima edizione del Forum di Confcommercio. Non ho mai visto un commerciante che fuori dal proprio negozio dice alla gente di non entrare perché fa schifo tutto e non c’è niente di buono da comprare. I politici  a volte mi ricordano questa situazione quando parlano costantemente male dell’Italia. Credo che il Paese abbia delle possibilità vere in questo momento  e c’è le stiamo giocando tutti assieme. E dopo aver affermato che nel prossimo Def del governo le previsioni indicheranno una crescita del Pil dello 0,7%, sulleriforme ha detto: “Sono convinta che non sprecheremo questo attimo fuggente, questa opportunità di cambiamento che abbiamo. Siamo sulla strada giusta, sappiamo che molte riforme iniziate vanno portate a termine. Da qui al 2018 non bisogna perdere neanche un giorno per cambiare il Paese”. Sappiamo che quelli della crescita non sono obiettivi semplici  e non si tratta di essere ottimisti o pessimisti ma semplicemente realisti. Nei dati forniti  da Confcommercio c’è una previsione di crescita di oltre l’1%  e io sono convinta che la crescita ci sarà ma nonostante questo il governo nel Def che presenterà in Parlamento entro il 10 aprile probabilmente darà margini più bassi: lo 0,7% perché non vogliamo essere ottimisti ma prudenti ma allo stesso tempo determinati e seri nel portare avanti le nostre politiche. Quanto alla legge elettorale, ci sono tutte le condizioni perché il Parlamento possa fare il proprio lavoro: “Le riforme le stiamo facendo tutti assieme.  Il Pd è sempre compatto nei momenti decisivi, come abbiamo fatto nell’ultimo anno, in tutti i passaggi fondamentali delle riforme. Ci confrontiamo, ci ascoltiamo, ma poi si decide a maggioranza”. Non c’è bisogno di nessun decreto  abbiamo una legge in Parlamento che è stata votata da Camera e Senato ed è stata calendarizzata in aula per il 27 aprile.

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