Amianto, da pericolo a risorsa grazie alla start up piemontese

È da anni che si discute dei pericoli dell’amianto, e di quanto sia importante smaltirlo in caso il tetto della propria casa,  o della propria attività,   lo contenga. Oggi, però, grazie all’idea della start-up piemontese Microwaste, questo materiale potrebbe diventare – inaspettatamente – una risorsa. Nata all’interno di I3P, incubatore universitario del Politecnico di Torino, Microwaste è frutto dell’iniziativa di Fabio Desilvestri, volontario dell’Osservatorio Nazionale Amianto, e della sua volontà di risolvere il problema dei rifiuti che contengono amianto. Un problema che riguarda molti Paesi del mondo, e che necessita di una soluzione che sia ecologica.

L’idea di questa realtà tutta italiana è quella di trasformare i rifiuti contenenti amianto in un materiale sicuro, grazie all’impiego di impianti mobili che utilizzano la tecnologia a microonde. Dal punto di vista pratico, l’amianto viene riscaldato a temperature molto elevate, capaci di modificarne la struttura chimica così da renderlo innocuo, a tutto beneficio della salute umana e ambientale. L’amianto perde infatti – in questo modo – la sua componente cancerogena e si trasforma in Atonit: aggiunto al cemento, dà vita ad un composto da costruzione le cui caratteristiche sono molto simili a quelle del cemento pozzolanico (composto da pozzolana naturale calcificata e da clinker di Portland).

L’idea di Microwaste è nata a seguito dell’incontro tra Desilvestri e lo scienziato polacco Ryszard Parosa, ideatore di una tecnologia per il trattamento dell’amianto. Quella tecnologia, grazie alla startup torinese, è stata ora industrializzata. Microwaste – oggi – sviluppa, produce e commercializza macchinari innovativi per il trattamento definitivo dei rifiuti. E lo fa in modo pratico: il suo impianto è di tipo mobile e può essere installato in loco, laddove si trovi un cantiere che ha bisogno di essere bonificato. Testato all’estero, dove ha dimostrato la sua efficacia, il sistema ideato dalla startup intende adesso raggiungere oggi gli Enti italiani, dimostrando loro quanto – un’efficace filiera corta di smaltimento – possa essere vantaggiosa per tutto l’amianto che, ancora oggi, si trova nel nostro Paese.

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