È da anni che si discute dei pericoli dell’amianto, e di quanto sia importante smaltirlo in caso il tetto della propria casa, o della propria attività, lo contenga. Oggi, però, grazie all’idea della start-up piemontese Microwaste, questo materiale potrebbe diventare – inaspettatamente – una risorsa. Nata all’interno di I3P, incubatore universitario del Politecnico di Torino, Microwaste è frutto dell’iniziativa di Fabio Desilvestri, volontario dell’Osservatorio Nazionale Amianto, e della sua volontà di risolvere il problema dei rifiuti che contengono amianto. Un problema che riguarda molti Paesi del mondo, e che necessita di una soluzione che sia ecologica.
L’idea di questa realtà tutta italiana è quella di trasformare i rifiuti contenenti amianto in un materiale sicuro, grazie all’impiego di impianti mobili che utilizzano la tecnologia a microonde. Dal punto di vista pratico, l’amianto viene riscaldato a temperature molto elevate, capaci di modificarne la struttura chimica così da renderlo innocuo, a tutto beneficio della salute umana e ambientale. L’amianto perde infatti – in questo modo – la sua componente cancerogena e si trasforma in Atonit: aggiunto al cemento, dà vita ad un composto da costruzione le cui caratteristiche sono molto simili a quelle del cemento pozzolanico (composto da pozzolana naturale calcificata e da clinker di Portland).