Albertini – Tavecchio. Corsa a due per la presidenza Figc

“La mia è stata un’uscita infelice, ho sbagliato e ho chiesto scusa anche se non pensavo di poter diventare più importante del Tour de France o della situazione a Gaza. Ma una cosa è chiara: poche persone hanno fatto quello che ho fatto io per il terzo mondo, nel privato e in ambito sportivo. Ed è merito mio se oggi 10.000 extracomunitari giocano in Italia, grazie alle norme che ho introdotto”. Si difende così Carlo Tavecchio durante la presentazione del calendario di Serie A. Un Tavecchio che non ritira la sua candidatura ma che rilancia puntando sul lavoro svolto (“Ho creato squadre e campi in Africa”). Di certo la frase sulle banane e “Opti Poba” rimane e per l’altro candidato, Demetrio Albertini, “La frase di Tavecchio si commenta da sé, ci ha messo in difficoltà a livello internazionale. Dobbiamo essere meno intolleranti e dare il buon esempio. Se vogliamo far crescere i ragazzi dobbiamo dare noi il buon esempio”. E sempre a margine della presentazione del calendario l’ex centrocampista del Milan ha spiegato che “Volevo mettermi a disposizione perché, dopo otto anni di percorso fatto in Federazione, mi sembrava giusto servire il mio mondo con l’esperienza accumulata avendo conosciuto bene le varie componenti che da giocatore non avevo la fortuna di frequentare”. Per Albertini “Bisogna partire dal presupposto che bisogna mettere la crescita e la formazione del gioco del calcio al centro di ogni progetto in Italia e porre la giusta attenzione alle leghe minori che sono un ottimo serbatoio dal quale anche in passato le leghe superiori hanno attinto”.

Sebastiano Borzellino

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